7 luglio. Una giorno, di un 2017 ormai alle spalle, che ha segnato (e segnerà) per sempre la città di Torre Annunziata. Il crollo della palazzina della Rampa Nunziante è una tragedia che continua a lacerare le coscienze di una intera comunità, a squarciarle dal dolore, dall'emozione, dalla tristezza per la perdita di otto vite innocenti, rimaste sepolte dalle macerie quel maledetto venerdì mattina

"7 Luglio" è la canzone scritta a quattro mani da Jacopo Rosa - figlio del noto sassofonista oplontino scomparso prematuramente e a cui è intitolato uno dei più importanti premi nazionali musicali per le scuole - e da Domenico De Vivo. Un testo che rievoca quel dramma collettivo di sette mesi fa. Parole e musica che manifestano uno stato d'animo di malinconia ma allo stesso tempo sono l'espressione del desiderio di andare avanti, senza dimenticare, con la presenza costante di chi ci ha lasciato per un destino (e per colpe, ma questo lo accerterà la magistratura) beffardo. 

«Noi siamo qui ad inseguire ad inseguire i vostri occhi, noi siamo qui a disegnare i vostri sorrisi. Noi siamo qui anche se crollano le idee, se crollano gli attimi (voi siete qui). In quel vento che soffia da solo e ci lascia così... Io avrei potuto stringerti più forte, ma guarda quanto è bastarda la sorte. Ma poi figurati che il nostro amore è così grande che non lo divide niente». «Quegli angeli volati in cielo in un'alba d'estate, passeggio sulla curva e sento ancora le vostre risate. Tutti i riflessi in quel mare, quel mare grande e immenso. Se chiudo gli occhi vi vedo. Il senso non si è perso».

Il video del brano è stato pubblicato su Youtube (clicca qui) il 19 febbraio scorso ed ha già sfondato il muro delle mille visualizzazioni.

«Finalmente è arrivato il momento. Il momento di far ascoltare qualcosa di importante. La verità va oltre tutto - scrive De Vivo sulla sua pagina Facebook -. Sempre. Ho scritto, insieme a Jacopo il mio compagno di musica, questa canzone 7 mesi fa. Vuole ricordare i sorrisi, le lacrime e le anime che hanno contornato e che contornano ancora oggi l’esistenza. Una riflessione sulla vita. Una vita fatta “di idealismi che camminano in salita”. Fatta di emozioni che si perdono. I momenti sono pochi e noi siamo anime. Ecco, sfiorate prima quelle e poi la pelle. Ogni parola è incastrata al posto giusto».

«Ho sempre pensato che la musica può arrivare dovunque, farti toccare qualsiasi punto, anche quello più lontano...», dice Jacopo.

(Jacopo Rosa e Domenico De Vivo)

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