A cura della Redazione

Oggi, per il terzo giorno di seguito, i sindaci della pedemontana vesuviana, in considerazione dell'ultimo bollettino meteo emanato dalla Protezione Civile regionale, hanno assunto particolari cautele per l'incolumità cittadina - ed in particolare per gli studenti - optando per una proroga della chiusura delle scuole presenti sul loro territorio.

Leggendo in merito i vari pareri espressi qua e là sui social, scaturiti soprattutto in forma critica per l'andamento delle condizioni meteo diverse da quanto ci si attendeva, si nota un certo dissenso nei confronti di tale decisione, definita dai più come esagerata e senza cognizione. Non è mancata l'ironia del popolo della Rete. In un messaggio che girava su WhatsApp si leggeva: "Comunicato del sindaco: dichiaro ufficialmente chiuso l'anno scolastico. Continua a nevicare, poi ci sono le elezioni, Pasqua, poi le gite e le recite. Quindi, onde evitare "apri e chiudi", chiudiamo tutto subito. Il sindaco". Ci sono poi i "cori" da stadio: "Sarò con te, ma tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, sindaco chiudi le scuole". Oppure il messaggio che invitava il "sindaco" a "non mandare l'ordinanza altrimenti per le mamme si chiama l'ambulanza". Ed ancora quello in cui una mamma se la prende col sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, con un tono piuttosto colorito (lo traduciamo in italiano): "Adesso vorrei dire al sindaco de Magistris, la neve è venuta, abbiamo pariato, abbiamo fatto i pupazzi di neve ma si è sciolta e se ne è andata. Ma perché ora i bambini non devono andare a scuola? Praticamente questi qua (i bambini, ndr) mi stanno smontando i mobili d''a faccia 'e mure...".

Ma considerando le basi su cui talvolta devono essere formulate certe ordinanze, e anche l'inesperienza in materia naturalistica, che non tutti possono avere, è giusto condannare - come stanno facendo in tanti - i sindaci per una decisione ritenuta eccessiva? Io dico di no, in quanto la cautela non è mai troppa, vista anche la portata eccezionale dell'evento (come le nevicate di martedì 27 febbraio) che ha guadagnato di diritto un posto negli annali della meteorologia locale e nazionale, se non europea.

Però un parere a riguardo, sulle modalità con cui è stato redatto l'ultimo bollettino emanato dalla Protezione Civile regionale (quello di mercoledì 28 febbraio, che annunciava nevicate anche per la mattinata dell'1 marzo), lo si deve dare. Benché vengano evidenziate certe particolari criticità meteorologiche, specificate per ben otto macro aree regionali (le zone di allerta in cui viene suddiviso il territorio campano), queste non appaiono del tutto chiare e non permettono con certezza di poter prendere coscienza su quanto doveva avvenire nel corso della giornata, cosa molto significativa specialmente in questo caso di eventi dalle caratteristiche eccezionali. 

In riferimento alla nostra area territoriale - quella vesuviana-costiera, Napoli, isole del golfo, penisola sorrentina-amalfitana - il bollettino, in riferimento alla giornata di giovedì 1 marzo, specifica quanto segue: "Cielo molto nuvoloso con precipitazioni nevose; quota neve in innalzamento. Dalla mattinata locali precipitazioni e qualche isolato rovescio".

Ora, atteso che i modelli matematici presi come riferimento, come indicato, sono quelli prodotti dall'European Centre for Medium-range Weather Forecasts (ECMWF), era possibile formulare un'analisi ben più ampia e dettagliata riferita alle varie parti della giornata, in quanto i rovesci nevosi e qualche criticità erano sì previsti ma solamente relegati alla prima parte della nottata appena trascorsa, dopodiché tutto sarebbe tornato alla normalità entro le prime ore della mattinata, come accaduto e come era previsto dai vari run del modello europeo. Sarebbe prevalso, in tal modo, un contesto invernale meteorologico più consono al nostro comparto mediterraneo.

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