A cura della Redazione

Sarebbero i gas a determinare i bradisismi nell'area flegrea. E' quanto emerge da uno studio condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall'Università della Campania "Luigi Vanvitelli" e dall'Institut de Physique du Globe di Parigi, pubblicato su Nature Scientific Reports

La conclusione giunge dopo più di 37 anni di ricerche ed indagini e l'analisi di dati geochimici relativi alle fumarole di Solfatara e Pisciarelli, e geofisici di deformazioni del suolo della caldera. «I risultati di questo nuovo lavoro - afferma Roberto Moretti dell’Institut de Physique du Globe di Parigi - ipotizzano come, a differenza degli anni ’80 (dal 1983 al 1984) in cui gli alti tassi di sollevamento osservati potevano essere compatibili con una intrusione magmatica superficiale (a circa 3-4 km di profondità), il fenomeno bradisismico attuale (iniziato nel 2005 circa e tutt'ora in atto), caratterizzato da tassi di sollevamento molto più bassi, non sia dovuto a intrusioni magmatiche, bensì dal prosciugamento della parte più profonda degli acquiferi presenti nel sottosuolo, per l’arrivo di gas magmatici dal serbatoio magmatico principale, localizzato a circa 8 km di profondità».

«Un fenomeno - aggiunge Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca INGV e già direttore dell'Osservatorio Vesuviano -, che non si evidenzia dall’elaborazione dei dati dal 2000 a oggi e che quindi escluderebbe, per l’attuale bradisismo, l’ipotesi di iniezione di magma verso la superficie. Dal punto di vista dei dati geofisici l’osservazione più importante, finora trascurata, è che l’andamento del sollevamento dal 2003 a oggi è grosso modo speculare rispetto all’abbassamento registrato dal 1984 al 2003; questo suggerirebbe che lo stesso fenomeno che ha prodotto l’abbassamento oggi stia agendo di nuovo in senso opposto, recuperando una quota vicina a quella raggiunta nel 1984. ll meccanismo di sollevamento attuale - continua De Natale - potrebbe non essere una migrazione di magma verso la superficie, bensì un fenomeno della stessa natura di quello che ha prodotto nel ventennio precedente l’abbassamento del suolo».

In sostanza, le continue oscillazioni della crosta terrestre che caratterizzano l'area dei Campi Flegrei, sarebbero dovute alla risalita in superficie dei gas magmatici provenienti dal serbatoio profondo, «che hanno innalzato la temperatura del sistema e disseccato completamente la parte bassa degli acquiferi superficiali che risultano, così, caratterizzati da un contenuto di anidride carbonica significativamente superiore al passato, perché rilasciati da un magma profondo», si legge nella nota dell'INGV.

Lo stesso Istituto precisa poi che «altri recenti studi, realizzati anche da ricercatori dell'INGV, propongono modelli e interpretazioni del fenomeno bradisismico diverse da quest'ultimo. Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile ottenere una interpretazione certa e univoca dei processi attualmente in atto nel sottosuolo dei Campi Flegrei. L'INGV è tuttavia quotidianamente impegnato nel raggiungere questo fondamentale obiettivo scientifico e sociale».

Attualmente, la Protezione Civile ha elevato a "giallo" (fino al novembre 2012 era "verde"), ossia "Attenzione", il livello di allerta sui Campi Flegrei. 

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