A cura della Redazione

Meno di dodici mesi dopo, il crollo di Rampa Nunziante, la più grande tragedia del dopoguerra di Torre Annunziata, approda in tribunale. Lunedì 2 luglio è il giorno dell'udienza preliminare, richiesta dai pm Andreana Ambrosino e Silvio Pavia della Procura di Torre Annunziata, delegati alle indagini dal procuratore capo Alessandro Pennsailico dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, e fissata dinanzi al gup Mariaconcetta Criscuolo. 

Alla fase che procede l'eventuale processo non ci sarà Roberto Cuomo: l'avvocato penalista e amministratore di condominio del palazzo crollato il 7 luglio di un anno fa ha chiesto e ottenuto lo stralcio del processo, il giudizio immediato, senza passare dall'udienza preliminare. A giudicarlo sarà il giudice monocromatico Francesco Todisco, il prossimo mese di febbraio. 

Cuomo è tra le persone accusate del crollo colposo e dell'omicidio colposo di 8 persone. Della stessa accusa rispondono anche Gerardo Velotto, proprietario dell'appartamento in ristrutturazione al secondo piano; Massimiliano Bonzani, ritenuto il responsabile dei cantieri; l'operaio Pasquale Cosenza; e l'architetto Aniello Manzo. Tutti gli altri, invece, dovranno rispondere di diversi falsi in atto pubblico, commessi per nascondere i lavori totalmente abusivi. 

Circa un anno fa morirono sotto le macerie otto persone: Giacomo Cuccurullo, la moglie Edy Laiola e il figlio Marco; Pasquale Guida, la moglie Anna Duraccio, e i figli Franesca e Salvatore; la signora Giuseppina Aprea.

Per la Procura la causa del crollo del palazzo sono stati i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti al secondo piano dell'edificio, i quali, attraverso la demolizione di tramezzi divisori, causarono il collasso dell'intero fabbricato. Quella di domani sarà la prima udienza, ma è presumibile che ne seguiranno delle altre prima che il giudice decida sugli eventuali rinvii a giudizio e sulle costituzioni delle parti civili, altro nodo complesso, viste le oltre 40 parti offese individuate. 

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