A cura della Redazione

Anche Torre Annunziata è presente a Dimaro nel ritiro del Napoli. Si tratta del prof. Nicola Vitiello, membro dello staff che cura la preparazione dei calciatori azzurri.

Trentenne, ingegnere e docente ordinario all'Istituto di BioRobotica presso la "Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna" di Pisa, dove dirige il Wearable Robotics Laboratory, da anni è impegnato nella sperimentazione e nello sviluppo di nuovi apparecchi robotici indossabili per l'assistenza, la riabilitazione e l'aumento del movimento dell'uomo. Al vaglio ci sono nuove tecniche sia per la prevenzione degli infortuni sia per il recupero dagli stessi.

Vitiello è nato e cresciuto a Torre Annunziata. Conseguito il diploma di maturità, si è trasferito a Pontedera per frequentare il rinomato ateneo di Pisa. I suoi genitori abitano nella cittadina oplontina in via Cipriani. In questi giorni, Vitiello è stato in Trentino con altri due colleghi, con i quali ha effettuato i primi test su Diawara. Il centrocampista ha lavorato sulla sabbia per recuperare da un leggero infortunio patito martedì scorso. Tra l'altro, i tre esperti erano muniti di telecamera collegata ad un pc, e connessi con le particolari cavigliere indossate dal giocatore. 

Il prof. Vitiello, da buon napoletano, è tifoso degli azzurri. Quindi a Dimaro ha potuto coniugare il lavoro con la passione calcistica. E' stato per la maggior parte della seduta di allenamento ha dialogato con il medico sociale dott. Alfonso De Nicola, e non è escluso che tra l'istituto universitario e il club possa nascere un rapporto di collaborazione costante.

«Mio nipote è stato una eccellenza già dai primi anni di scuola - dice il prof. Marcello Vitiello, già consigliere comunale della città oplontina -. E' andato via da Torre all'età di 18 anni per costruirsi un futuro nel settore in cui credeva fortemente. Si è laureato con il massimo dei voti ed è rimasto presso l'Ateneo pisano ad insegnare. E' anche presidente di una società che si occupa di nuove tecnologie nel campo della robotica. Mio nipote - conclude Marcello Vitiello - parla perfettamente tre "lingue": l'inglese, l'italiano e il... torrese, che non ha mai dimenticato!».

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