A cura della Redazione

A 80 anni dalla emanazione delle leggi razziali in Italia - era il 5 settembre 1938 -, una delle pagine più vergognose della nostra storia, si riaccende il dibattito sulla figura dell'allora Re Vittorio Emanuele III. Fu quest'ultimo a firmare il decreto voluto dal governo fascista, che di fatto ha condannato migliaia di italiani-ebrei alle deportazioni nei lager e alla morte.

Il vicesindaco della Città Metropolitana di Napoli, Salvatore Pace, il numero due di de Magistris in quello che è l'ex ente Provincia, ha lanciato una sorta di referendum tra i cittadini. «Le leggi razziali - spiega - hanno macchiato indelebilmente la storia del nostro Paese, siamo ancora sottoposti ed umiliati da politiche governative sostenute ed alimentate da chiari richiami contro l’Uomo in nome di razza ed interessi nazionali. La banalità del male, la minimizzazione delle violenze del passato, l’ignoranza dei presupposti scientifici e storici della barbarie, inducono alla sua negazione e ci condannano alla ripetizione degli orrori».

Pace prosegue con la sua proposta rivolta ai cittadini: «Proprio da Napoli sarebbe bello che partisse un minimo ma significativo messaggio. Liberiamo la nostra città dall’onta dell’intitolazione (incredibilmente ancora in essere) di una strada a quel Vittorio Emanuele III che - dopo aver spianato la strada al fascismo, appose la sua firma sulle immonde leggi razziali - e intitoliamo la stessa alle vittime dell’odio e dell’ignoranza di ogni tempo e di ogni luogo».

L'iniziativa di Pace potrebbe essere attualizzata anche al contesto di Torre Annunziata. Qui, infatti, in una città che ai Savoia è inevitabilmente legata (basti pensare alla squadra di calcio locale, sulla cui divisa campeggia ormai da 110 anni lo scudo sabaudo), una delle principali arterie viarie è “dedicata” proprio a Vittorio Emanuele III. Senza dimenticare via Vittorio Veneto (toponimo riveniente dal Comune trevigiano chiamato così in onore di Vittorio Emanuele II, il primo Re d’Italia), via Vittorio Emanuele II, e lo stesso corso Garibaldi. Anche in quest’ultimo caso l’intreccio con i Savoia è quanto mai significativo. Giuseppe Garibaldi fu protagonista, infatti, del famigerato incontro di Teano (era il 1860) con Vittorio Emanuele II, che in sostanza sancì la nascita dell’Italia unita nel 1861.

Cosa ne pensano i torresi, popolo di una città che ha avuto nell’antifascismo uno dei suoi valori più importanti? Accanto alla via dedicata alle “Vittime innocenti di camorra”, potrebbe corso Vittorio Emanuele III diventare via delle «Vittime dell’odio e dell’ignoranza di ogni tempo e ogni luogo» come ha proposto Pace per Napoli?

La Storia è ormai passato. Ma quel passato potrebbe tornare drammaticamente ad essere presente

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