A cura della Redazione

Fu accusato dall'allora direttore sportivo del Savoia, Antonio Obbedio, di aver «rubato» l'incasso del match tra i bianchi di Torre Annunziata e il Benevento. Era l'anno 2014, al Giraud si giocava il derby di Lega Pro tra i torresi e i sanniti. Domenico (Mimmolino) De Vito, già consigliere comunale di Torre Annunziata con delega allo Sport, fu messo alla gogna con questa pesante accusa. 

Da qui, la querela di De Vito nei confronti del dirigente biancoscudato (la presidenza era di Quirico Manca) per aver offeso la sua reputazione, e l'apertura di un procedimento penale innanzi al Giudice di Pace. «I soldi dell'incasso della partita Savoia-Benevento se li sono rubati il presidente Manca e Mimmo De Vito. La società sta per fallire... non ci sono i soldi per pagare gli stipendi ai calciatori e ai dipendenti», avrebbe detto Obbedio nel corso di alcune conversazioni con più persone. 

A distanza di quattro anni da quell'episodio, De Vito è stato scagionato... dallo stesso Obbedio. Quest'ultimo, che avrebbe dovuto rispondere di diffamazione, ha in sostanza "ritrattato" le accuse firmando - con De Vito - un atto di conciliazione «al fine di evitare le spese di eventuali futuri giudizi civili e del giudizio penale e le lungaggini di causa...», si legge nel dispositivo transattivo, corrispondendo a De Vito una somma di denaro "risarcitoria", che lo stesso ha donato in beneficenza, così come gli avvocati che lo hanno difeso in questo procedimento, Michele Riggi e Giuseppe Bosso, che hanno devoluto la loro parcella per fini nobili.

«Bastava solo accendere il cervello per chiedersi come fosse stato possibile tutto ciò, tenuto conto che la vendita dei biglietti, come da regolamento, era stata affidata ad una società di ticketing, nella fattispecie alla GO2 - spiega De Vito commentando su Facebook l'intera vicenda -. Lo avevamo spiegato all'epoca, e lo aveva spiegato anche la GO2. Ovvero, dopo ogni partita, i punti vendita bonificano sul conto della GO2 l’incasso dei biglietti venduti. Quella domenica poi, avendo giocato con il Benevento ed avendo venduto circa 800 biglietti agli ospiti, i tempi di invio dell'incasso non potevano rientrare nelle successive 24 ore,anche perché molti punti vendita non vendono solo esclusivamente biglietti delle partite di calcio, ed avendo rapporti amicali, molto spesso le somme vengono accreditate anche dopo 15 giorni. Una volta conclusa la raccolta degli incassi dai vari punti vendita sparsi nel territorio nazionale, la GO2, detratti i costi di gestione per i suoi dipendenti allo stadio, provvede - come da contratto e da regolamento - a bonificare la somma sul conto corrente della società che, oltretutto, in quel determinato periodo, era nella disponibilità del Direttore Generale. Nonostante la lettura dei fatti fosse di una evidenza e semplicità uniche, in quel di Torre Annunziata - commenta ancora De Vito - c’era “chi” ci aveva visti uscire in tarda serata con una scatola di scarpe con all’interno i soldi dell’incasso!».

Poi la stoccata la suo accusatore. «Ha preferito un risarcimento in denaro, confermando di fatto che quel giorno aveva detto bugie. Ringrazio lo studio legale Riggi e l'amico Michele Riggi che non solo mi ha supportato e sopportato in questi anni a costo zero, ma per aver donato in beneficenza sia l’intera somma di danaro a risarcimento, sia la sua parcella. Questa della donazione in beneficenza è l’unica nota positiva di tutta questa favola».

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