Lettera aperta di Michele Del Gaudio a Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985. Del Gaudio - ex magistrato, parlamentare e coordinatore del presidio di Libera di Torre Annunziata - scrive al medico e attuale parlamentare Pd dopo che lo stesso, intervenuto nei giorni scorsi ad una iniziativa del Liceo Pitagora-Croce per commemorare il fratello, aveva detto: «Sono qui per gli studenti, per la scuola, per il preside. Non per la città». Quella città che Paolo non ha perdonato. Quella città che Giancarlo spesso si trovava a raccontare nei suoi articoli, in quei periodi bui di pesanti commistioni tra politica e camorra, e che lo ha lasciato solo a lottare contro i poteri forti e il malaffare. Le parole di Paolo Siani hanno suscitato amarezza anche nel sindaco Vincenzo Ascione. «Mi hanno fatto male», ha detto il primo cittadino. Aggiungendo però: «Forse ha ragione. I cittadini devono fare di più, cambiare passo, denunciare i soprusi che ancora oggi subiscono. Lo devono a Giancarlo».
Ora, attraverso questa lettera, Del Gaudio invita Paolo Siani a tornare più spesso a Torre Annunziata, «per marcare la distanza con i camorristi, i conniventi, i compiacenti, gli indifferenti, gli ipocriti».
Ne pubblichiamo il testo integrale, pur non condividendone alcuni passaggi troppo generici e integralisti.
Caro Paolo,
comprendo il tuo stato d’animo verso Torre Annunziata. Quando nel 2000 venisti al 2° Circolo Didattico, che pochi mesi dopo fu intitolato a Giancarlo, mi chiedesti di venirti a prendere al casello: non era paura, ma una sensazione di rigetto a mettere piede in una città, che comunque ti aveva abbandonato per anni, compresi gli amici di Giancarlo. Oggi forse vuoi essere certo che sia salita sul carro della memoria con convinzione, non per insolente opportunismo. Però, caro Paolo, ti prego di non biasimare tutti, di accogliere il buono che Torre ha fatto negli ultimi anni. È iniziato un percorso, in particolare grazie alla espansione e maturazione dell’associazionismo.
È vero, la popolazione torrese è in buona parte dedita all’imbroglio, al clientelismo, alla corruzione, si esprime anche con un’agguerrita minoranza mafiosa. Ma, se condannassimo genericamente, tradiremmo ragazze e i ragazzi, scuole, parrocchie, enti, associazioni, la politica perbene e tantissime persone, che hanno contribuito a diffondere la mentalità della legalità e della giustizia. Questa onda è sfociata nel Presidio di Libera, che ha sede proprio nella Scuola “Giancarlo Siani”, e nel coinvolgimento delle istituzioni locali, che hanno intitolato “Via Vittime Innocenti di camorra” la strada adiacente a Palazzo Fienga, l’ex fortino della camorra.
Giunta e Consiglio Comunale hanno approvato la Road Map Anticamorra, che ha già portato al Piano Anticamorra annuale; alla nomina del Responsabile Comunale Anticamorra; all’affissione del Manifesto “La camorra fa schifo”; al Codice Etico per le candidate e i candidati al Consiglio Comunale nelle elezioni dell’11-06-2017.
La neonata Associazione OplontiAntiRacketAntiUsura si è subito adoperata “A Domicilio”: le associazioni, i vertici delle Forze dell’Ordine, il Sindaco, i Presidenti delle Associazioni Commercianti, studentesse e studenti, insegnanti, sacerdoti, cittadine e cittadini, sono entrati nei negozi per sensibilizzare alla denuncia di estorsione ed usura. Parallelamente si è agito riservatamente per convincere gli esercenti a rivolgersi ai giudici.
Senza dimenticare l’Osservatorio per la Legalità, la procedura democratica e trasparente nelle assunzioni dei lavoratori alla Prima Vera, società che gestisce il settore rifiuti, la lotta alla povertà, alleata delle mafie, che ha partorito l’innovativa esperienza della raccolta serale delle eccedenze alimentari e della distribuzione ai bisognosi.
Il dono più prezioso è stato l’oceano di studentesse e studenti di tutte le scuole, primarie, medie e superiori, capitanato da “Ragazze e Ragazzi Protagonisti”, una comunità giovanile pensante, che si è riunita stabilmente, con cadenza quindicinale, da ottobre 2015 in poi e, in totale autonomia, ha discusso, deciso, prodotto documenti, relazioni, interviste, ha assunto impegni concreti e organizzato manifestazioni, in cui relatori sono stati alunne ed alunni, mentre gli adulti sono intervenuti alla fine per condividere che “Il pizzo fa schifo” o “La corruzione fa schifo”.
“La Scuola in Piazza” ha consentito di illustrare a cittadine e cittadini le idee, i progetti, i lavori effettuati: di anno in anno la Scuola è diventata il centro della città, anche eleggendo il Sindaco dell’Adolescenza, il Sindaco dell’Infanzia, la Preside delle Ragazze e dei Ragazzi.
Caro Paolo, come facciamo a punire un’intera comunità? C’è una parte sana in crescita che ha assunto una consapevole mentalità anticamorra, anche se non ha ancora, salvo eccezioni, il coraggio della denuncia e di azioni più incisive di quelle attuali. Va aiutata! Potrebbe essere decisiva la tua guida e la tua costante presenza a Torre, proprio per marcare la distanza con i camorristi, i conniventi, i compiacenti, gli indifferenti, gli ipocriti. Ti aspettiamo!
(Nella foto da sinistra, il magistrato Armando D'Alterio, l'ispettore Giuseppe Auricchio, Paolo Siani e il preside Benito Capossela sabato scorso in occasione dell'incontro con gli studenti)