Aveva presentato un certificato medico che lo esonerava dall'andare a lavoro. Però aveva partecipato ad un torneo di calcetto. Un dipendente EAV, per il quale l'azienda del trasporto pubblico della Regione Campania aveva previsto il licenziamento, dovrà essere invece reintegrato in servizio.
Lo ha deciso un giudice del Lavoro di Napoli, in virtù di una norma contenuta nel regio decreto 148 di 85 anni fa. Per il giudice, in sostanza, viene prefigurata una ipotesi di "simulazione della malattia". Ciò non comporterebbe il licenziamento bensì solo la sospensione dal servizio e dalla retribuzione.
Con sarcasmo commenta la vicenda il presidente EAV, Umberto de Gregorio: «Si può far finta di essere malato, non andare al lavoro e partecipare ad un torneo di calcio. Si può. - scrive su Facebook -. O meglio non si può, ma il fatto - riconosciuto da tutti e quindi non contestato nel processo - non è di tale gravità da configurare gli estremi per il licenziamento. E il rapporto di fiducia? Non importa. I terzi e l’azienda fregati? Non importa. Conta la forma. Questa è l’Italia. Dove la forma conta più della sostanza. Le carte più delle persone. I diritti più dei doveri. Non ho niente contro nessuno - ha proseguito de Gregorio -. Rispetto le sentenze. Ma queste sentenze aiutano a trasmettere il senso del dovere ai lavoratori ed a rispettare i diritti degli utenti e la dignità del datore di lavoro? Il problema - chiosa il dirigente - non è il caso specifico. Il singolo lavoratore, magari pentito. Ma che effetto ha una sentenza del genere? Non alimenta un senso di impunità che rende poi vana ogni azione educativa?».
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