A cura della Redazione

«Più di una volta ho supplicato mio marito di  andare via da Torre Annunziata, ma lui mi rispondeva sempre che questa era la sua città e qui voleva vivere la sua vita. Raffaele è stato un uomo giusto ancor più che coraggioso». Con queste parole Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, assassinato 22 anni fa nel suo negozio in via Vittorio Veneto a Torre Annunziata per mano della camorra, inizia il suo intervento nell’incontro promosso dall’Amministrazione comunale oplontina per commemorare non solo Pastore, ucciso il 23 novembre del 1996, ma anche le altre vittime innocenti di camorra.

«Ricordo ancora il giorno del funerale di Raffaele – continua Federico -. C’era tantissima gente e molte personalità politiche: il presidente della Camera Luciano Violante, il sindaco di Napoli Antonio Bassolino, i sindaci di molti comuni viciniori, il magistrato Antonio Caponnetto, che fu l’unico a prendere la parola. Torre Annunziata si strinse intorno a me e alla mia famiglia con grande partecipazione e commozione. Il sacrificio di mio marito non fu vano, da allora molte cose sono cambiate in meglio in questa città».

Il sindaco Vincenzo Ascione ricorda di aver vissuto quella tragedia da giovane consigliere comunale. «Ai funerali del giovane Pastore – afferma – la gente chiedeva a noi amministratori di uscire da quella cappa di oscurità che aveva avvolto la città. Penso che quella richiesta di aiuto, a distanza di oltre venti anni, sia stata esaudita, grazie soprattutto all’incessante e prezioso lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Oggi le cose sono molto cambiate, non si vive più nel terrore come in quegli anni bui».

Per don Ciro Cozzolino, presidente del presidio di Libera di Torre Annunziata, «i morti innocenti ammazzati dalla camorra ora sono diventati memoria viva. Quelli che noi chiamiamo vittime – prosegue – sono l’incarnazione di quei valori che nobilitano l’uomo. Il nostro impegno per la legalità è un obbligo, una necessità: non è possibile ricordare senza impegnarsi. La città negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti, ma ciò non basta. Bisogna fare ancora di più».

Il giornalista-cronista Giovanni Taranto, moderatore della serata, ha detto che Torre Annunziata deve essere orgogliosa di annoverare tra i suoi cittadini onorari l’Arma dei carabinieri. «E’ grazie ai suoi uomini se ora la città ha un volto diverso rispetto a quello di 20 anni fa».

Chiude gli interventi l’assessore alle Politiche sociali Stefano Mariano, elogiando l’iniziativa dei carabinieri di incontrare i ragazzi nelle scuole. «Un episodio raccontatomi da un militare dell’Arma mi è rimasto impresso – afferma -. Un ragazzo si avvicinò a lui e gli disse. “Marescià ci siamo visti ora, la prossima volta ci incontreremo in carcere”.  Ecco, la legalità va insegnata ai ragazzi sin dai primi anni di scuola, in modo da poter essere praticata quando diventano adulti».

La serata ha visto la partecipaziobe di Francesco Paolo Oreste, che ha letto due poesie di cui una scritta da lui stesso e dedicata a Raffaele e Beatrice.

All’incontro erano presenti il comandante del Gruppo Carabinieri, ten. Col. Filippo Melchiorre, il maggiore Simone Rinaldi, comandante di Compagnia, e il maresciallo Elgidio Valcaccia, comandante di Stazione; il comandante della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, col. Agostino Tortora; don Antonio Carbone; assessori e consiglieri comunali.