Audizione in Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Campania per discutere del rischio idrogeologico nel Parco Nazionale del Vesuvio. La Rete Difesa Vesuvio ha partecipato alla riunione evidenziando le principlai questioni relative all'assetto del territorio soprattutto alla luce degli incendi che hanno devastato l'area protetta nell'estate 2017.
«Paghiamo lo scotto di anni di incuria e di politiche inadeguate, durante i quali si è trascurata persino la manutenzione ordinaria - spiega il Collettivo -. Lo testimoniano le foto e i monitoraggi che come attivisti continuiamo a produrre e rendere pubblici. Ma se ciò non bastasse, ad essere preoccupati sono anche tecnici ed esperti. Il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Egidio Grasso, ha parlato infatti di “rischio idrogeologico R4 (molto elevato) per la fascia vesuviana”. Il dissesto idrogeologico non è una novità ma gli incendi che hanno distrutto vaste aree del Vesuvio nel 2017 hanno certamente aggravato la situazione».
«Come realtà associative e sociali continuiamo a svolgere il nostro ruolo attivo per la salvaguardia del territorio, respingendo ogni strumentalizzazione politica e rivendicando conoscenze e saperi che siamo pronti a mettere a disposizione di chi abbia la volontà di coglierne il valore e farne buon uso - proseguono gli esponenti della Rete -. Riteniamo che la partecipazione attiva dei cittadini sia un patrimonio al servizio dell’interesse collettivo, contribuendo a sopperire all’azione troppo spesso inadeguata delle istituzioni, per mancanza di fondi o di volontà politica. Per questo abbiamo partecipato all’audizione del 26 novembre scorso. In tale sede abbiamo ascoltato con attenzione i pareri dei tecnici e l’illustrazione di tutto quanto gli enti preposti stanno mettendo o hanno intenzione di mettere in campo in termini di pianificazione, studi, progetti. In più abbiamo ascoltato con interesse l’annuncio di un nuovo percorso legislativo regionale per il Vesuvio e di un tavolo tecnico sul rischio idrogeologico a cui siederanno i rappresentanti di tutti gli organi competenti».
La Rete ha avanzato le sue proposte, chiedendo principalmente un maggior coinvolgimento per la tutela del patrimonio naturalistico del Vesuvio. Innanzitutto, «il riconoscimento del prezioso ruolo delle associazioni, dei comitati e delle realtà sociali, con la possibilità di una partecipazione attiva, in grado di incidere sulle decisioni che riguardano il territorio. Una partecipazione che non si esaurisca nell’apatico ascolto delle istanze a cui puntualmente non segue alcuna azione, una partecipazione che non sia una sorta di concessione ma frutto della consapevolezza che è oggi il momento di restituire potere decisionale ai cittadini. Poi, trasparenza e la possibilità di svolgere un ruolo di controllo pieno sull’operato delle amministrazioni, sulla pianificazione, sulla gestione degli appalti e sulla loro esecuzione. Chiediamo interventi immediati - scrive la Rete -, coordinati con le comunità locali e la cittadinanza attiva, atti a mettere in sicurezza il territorio nell’immediato e a far fronte alla grave situazione di dissesto idrogeologico; che vengano intraprese con serietà azioni di prevenzione degli incendi visto che dopo il disastro del 2017, a distanza di più di un anno, al di là del profluvio di promesse e dichiarazioni, al massimo tramutate in atti scritti, nulla è stato realizzato in concreto né dalla politica né da chi aveva ricevuto competenze tramite l’aggiudicazione di gare d’appalto».
Infine, la richiesta di adottare al più presto azioni di bonifica e ripristino dei boschi andati distrutti dalle fiamme, attuare la riforestazione e la messa in sicurezza del territorio. «Il rilancio turistico dell’area Parco previsto dal Grande Progetto Vesuvio - conclude la Rete - non avrebbe senso tra ceneri e frane».
(foto Nicola Ligorio)
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