A cura della Redazione

Nuovi sviluppi nella vicenda CMO, il centro medico polispecialistico di Torre Annunziata del quale è stata chiusa la Medicina Nucleare per presunti abusi edilizi. La proprietà aveva inoltrato al Comune oplontino una istanza di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per effettuare i lavori in una nuova struttura che avrebbe dovuto ospitare la Medicina Nucleare. 

«Dopo 70 giorni di attesa e la presentazione di ulteriore documentazione richiesta, il Comune ci ha negato l’autorizzazione. Un diniego giunto oltre i termini previsti dalla legge», tuona Luigi Marulo, amministratore del CMO. «In questi mesi abbiamo profuso tante energie, anche economiche, per individuare una soluzione alternativa all’edificio che attualmente ospita la Medicina Nucleare e che è al centro della nota vicenda giudiziaria - prosegue Marulo -. I locali individuati sono stati oggetto di una progettazione validata anche da un professionista esterno all’azienda, un illustre accademico, per rendere ineccepibile tutta la procedura. Il Comune prima ha richiesto una documentazione integrativa, puntualmente fornita nei termini e poi, oltre il termine fissato dalla legge previsto per poter eccepire alcunché, e cioè quando si era già formato il silenzio assenso e dopo che avevamo comunicato l’inizio dei lavori, ci ha comunicato il diniego all’autorizzazione».

Questa mattina, intanto, la stessa proprietà ed i tecnici dello studio incaricato del progetto relativo ai nuovi locali, hanno incontrato i lavoratori per fare il punto della situazione. Sono settanta i dipendenti hanno perso il loro posto di lavoro. «Li avremmo potuti riassorbire quanto prima se solo ci fosse stato permesso l’inizio dei lavori - ha spiegato Marulo -. Non vogliamo entrare in una sterile dialettica procedurale, ma questa vicenda ci fa maturare alcune tristi considerazioni che trasformiamo in interrogativi che meritano una risposta. Non per noi - conclude Marulo - ma per i lavoratori, per i pazienti, per la città tutta».

Una gruppo di ormai ex lavoratori si è poi presentato nella sede comunale di Rovigliano dove ha messo in atto un sit-in di protesta chiedendo di parlare con il sindaco Vincenzo Ascione.

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