A cura della Redazione

”Falcone diceva che ma la mafia è un fenomeno umano e in quanto tale ha avuto un inizio e avrà anche una fine. Ma ora le mafie sono cambiate e per vincere è necessario intaccare la loro fonte di finanziamento". Ad affermarlo è uno degli autori del libro “La mafia è buona”, Catello Maresca, sostituto procuratore della DDA di Napoli che, insieme al coautore e giornalista Paolo Chiariello, ha presentato il libro presso il Liceo “Giorgio de Chirico” di Torre Annunziata.

Nell’ambito dell’iniziativa, sono intervenuti anche il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Pierpaolo Filippelli, Don Ciro Cozzolino, referente cittadino di Libera, l'avvocato penalista Michele Riggi, il dirigente scolastico Felicio Izzo.

Folta la partecipazione di autorità civili e militari: il sindaco Vincenzo Ascione e l’assessore Luigi Ammendola; i comandanti del Gruppo e della Compagnia dei Carabinieri, ten. col. Filippo Melchiorre e magg. Simone Rinadi; il primo dirigente del Commissariato di Polizia, Claudio De Salvo.

Per il magistrato Maresca, che ha arrestato, tra gli altri, l’ex primula rossa del clan dei Casalesi Michele Zagaria, “le mafie sono uno strumento di comprensione. Il libro si concentra non sulle mafie che uccidono ma sulle mafie che investono i proventi dei loro affari illeciti in attività lecite”. Ed è proprio lì, secondo gli autori del libro, che bisogna colpire camorra, mafia e ‘ndrangheta.

Per il procuratore Filippelli la magistratura ha compiuto passi da gigante. A tal proposito, ricorda lo sgombero di Palazzo Fienga, roccaforte del clan Gionta. “Ma non bisogna mai abbassare la guardia - ha affermato -. Bisogna evitare che i giovani vengano attratti dalla camorra e far prevalere la buona politica, che tenga a distanza tentativi di infiltrazione del malaffare nelle Istituzioni”.

Don Ciro Cozzolino ha invece sottolineato l’evoluzione delle Mafie, meno identificabili perché mimetizzate nella società moderna, mentre l’avvocato penalista Michele Riggi ha evidenziato una mancanza di sostegno didattico-culturale per i figli dei camorristi finiti in carcere.   

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