A cura della Redazione

«Augusto, puoi prepararmi un piatto di spaghetti?». A pronunciare queste parole era Dino De Laurentiis e la richiesta era  fatta bussando alla porta del suo chef ... che stava dormendo perché era già passata la mezzanotte! Ma il grande produttore cinematografico non aveva orari quando si trattava di gustare la cucina che gli ricordava la sua infanzia e prima adolescenza nella città natale, Torre Annunziata, la patria della pasta.

Perché Dino era cresciuto nel pastificio del padre Aurelio in via Murat, e da ragazzo il suo primo lavoro era stato quello di piazzista dei vari formati di pasta che produceva il genitore e che lui vendeva in giro per i paesi del centrosud.

«Ed io, anche se assonnato, ero ben felice di accontentarlo - ci racconta Augusto Bonomo - perché sapevo che lui la pasta ce l’aveva nel Dna!».

Un altro episodio divertente al quale il cuoco aveva assistito  era quando veniva  Adriano Celentano, invitato da Dino nella sua villa Catena di Poli, vicino Roma. Il già noto cantante arrivava in una lussuosa auto fuoriserie . E Augusto ricorda che De Laurentiis gli diceva, quando aveva iniziato a fare anche cinema: «Guaglio’sei un bravo attore, ma continua a fare il cantante perché in campo musicale sei un vero campione!”.

Augusto è un fiume in piena e continua a raccontarmi aspetti inediti della vita familiare di Dino, mentre la moglie Rita va e viene tra i tavolini, già affollati di clienti, del loro ristorante “Papà Francesco", in via Tommaso Marino 5, con dehors proprio vicino alla galleria Vittorio Emanuele II.

«Quando Silvana Mangano la mattina andava sul set dei film in cui era attrice protagonista - continua Augusto - tutto il personale era schierato per salutarla ed io tenevo per mano suo figlio, il piccolo Federico, che le chiedeva ingenuamente perché usciva  ed io gli rispondevo che.... andava a lavorare, come se fosse una donna comune e non una star del cinema!».

Lo chef intervalla i suoi ricordi tra un bicchiere d’acqua e l’altro, accompagnandoli con gioiose risate nei momenti più divertenti. «Alberto Sordi era spesso a pranzo o cena, ma si rivolgeva sempre  a me per un caffè perché diceva che lo facevo come piaceva a lui».

Augusto è vissuto, nei due anni al servizio di Dino, tra regine come Soraya e nobili titolati ma... squattrinati, tra personalità come il governatore della Banca d’Italia Guido Carli e registi come Pierpaolo Pasolini, insieme a tanti altri personaggi famosi che affollavano le tavolate da.... un centinaio di ospiti che lo mandavano in tilt per accontentarli ma lo inorgoglivano perché gradivano la sua cucina.

A questo punto regalo ad Augusto il mio libro: “Pasta, amore e fantasia. Le origini della famiglia De Laurentiis” e gli racconto anche io notizie su Dino che lui non conosce. Mi ringrazia e una copia la espone in vetrina accanto ad una targa che premia l’eccellenza della sua cucina. Ci salutiamo e abbracciamo con la promessa di rivederci la prossima volta che sarò a Milano in visita a mio figlio Fabrizio. A proposito, non vi ho raccontato una divertente curiosità. Prima di incontrarlo, sono stato in ... incognito, con mia moglie e mio figlio, nel suo ristorante per gustare le sue specialità, tra le quali gnocchi al gorgonzola. Ho preferito non farmi riconoscere  per non dargli l’impressione che volevo uno sconto o... scroccargli un pranzo! Quando glielo detto si è meravigliato e mi ha dato un bonario ... vaffa, ma Augusto è fatto così, scoppiettante e cordiale come lo era Dino De Laurentiis!

(Nella foto, Augusto Bonomo, a destra, intervistato dal nostro Salvatore Cardone)