Ex Lido Santa Lucia, si sblocca l'iter: rilasciato il permesso a costruire”. Era il 15 febbraio 2018, l’ultima volta in cui abbiamo scritto dello storico stabilimento balneare di Torre Annunziata. Da allora, però, tutto tace.

Perché questo ritardo nella realizzazione del progetto da parte della società Nettuno srl, vincitrice del bando comunale? Eppure l’11 dicembre 2017 l’Ufficio Tecnico del Comune aveva rilasciato il permesso a costruire, ultimo passaggio burocratico, propedeutico all'inizio dei lavori.

Come si ricorderà, nel 2015, in seguito ad un bando pubblico a cui parteciparono due realtà imprenditoriali, il progetto di riqualificazione della struttura balneare viene assegnata alla società Nettuno srl, rappresentata da Francesco Marulo. Un progetto ambizioso con un investimento di 2 milioni e mezzo di euro che prevede la realizzazione di un ristorante, un centro benessere su due livelli, un bar, ed il recupero delle due piscine, di cui una olimpionica, fiore all'occhiello dello stabilimento. Da creare anche 50 posti auto e 4 stalli per le vetture dei portatori di handicap oltre ad un ascensore. Il tutto, su un'area di circa 14.500 mq. Passano altri due anni tra burocrazia, permessi vari e pareri della Soprintendenza, finché a dicembre del 2017 la società appaltatrice ottiene dal Comune di Torre Annunziata il rilascio del permesso a costruire. I lavori avrebbero dovuto iniziare entro un anno dal rilascio del permesso (ossia entro dicembre 2018) e concludersi entro 3 anni (dicembre 2020).  Invece le cose sono andate diversamente. Ad oggi il cantiere non è stato ancora aperto. Perché?

Lo abbiamo chiesto al responsabile dell’Ufficio Demanio del comune di Torre Annunziata. “Non conosciamo le motivazioni del mancato inizio dei lavori – afferma il dirigente del Demanio del comune di Torre Annunziata, dott. Nunzio Ariano –. Recentemente abbiamo inviato una lettera alla società Nettuno srl per sollecitarla ad adempiere ai propri obblighi contrattuali e per conoscere il conoprogramma dei lavori a farsi”.

Ufficialmente la società non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla questione, tuttavia proviamo ad immaginare il motivo di questa sua “pausa di riflessione”. La società Nettuno srl è legata alla famiglia Marulo, che è proprietaria anche del Centro polispecialistico CMO. Le note, alterne vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Centro in quest’ultimo anno hanno sicuramente minato l’entusiasmo di chi era pronto ad effettuare un importante investimento di riqualificazione a Torre Annunziata. 

Permane quindi un dubbio: “La società è intenzionata a portare avanti il suo progetto oppure ritiene che non ci siano più le condizioni per farlo?”.

E' inutile dire che tutti auspicano un esito positivo della vicenda, perché si era veramente vicini a realizzare un "sogno" atteso da oltre 30 anni.

VICENDE DEGLI ULTIMI 15 ANNI LEGATI AL LIDO SANTA LUCIA

Nel 2004, con il secondo governo dell’allora sindaco Francesco Maria Cucolo, viene indetto un bando per l’assegnazione del Lido attraverso un project financing. Un centro turistico-ricettivo all’avanguardia che doveva essere realizzato dalla società aggiudicataria del bando, la Icos Sporting Club srl di Lecce, sulla base di un investimento privato di 3 milioni di euro e con la prospettiva di almeno venticinque posti di lavoro. Ma il progetto, per alterne vicende, si arena.

Nel 2010, con il sindaco Giosuè Starita,  l’Amministrazione comunale avvia una nuova procedura per l’assegnazione in concessione dello stabilimento balneare alle Associazioni che operano sul territorio e “che abbiano tra gli obiettivi statutari la lotta ed il contrasto alla criminalità”. Il bando viene espletato e nel mese di luglio la concessione viene assegnata all’Associazione Alilacco. 

Nel 2013, però, le viene revocata per inadempienza e affidata, con un successivo bando, ad un’Ati (Associazione Temporanea d’Impresa), formata da una società napoletana, la Silvamala Beach, con una minima compartecipazione da parte dello storico Lido Rinascenza. Si inaugura il cantiere, ma dopo un po’ la società alza bandiera bianca e abbandona la realizzazione del progetto.

Si arriva così al 2015, con gli sviluppi della vicenda che abbiamo raccontato sopra fino ad arrivare ai giorni d'oggi.