A cura della Redazione

Ripresi da qualche settimana i lavori delle arcate borboniche del trincerone ferroviario, con il completamento del tratto prospiciente Largo Marchese.

Lo scorso mese di febbraio scrivemmo del periodo di stallo dovuto alla necessità di modificare il progetto iniziale che prevedeva l’installazione di infissi in alluminio all’ingresso dei porticati. La Soprintendenza di Napoli, infatti, aveva espresso parere non favorevole per questo tipo di materiale consigliando di sostituire l’alluminio con l’acciaio lavorato, visto il periodo storico a cui risalgono le arcate borboniche.

Tale variante, però, avrebbe comportato un aumento di costi, in considerazione del fatto che l’acciaio ha un prezzo maggiore rispetto all’alluminio.

Per trovare una soluzione, nei giorni scorsi c’è stato un incontro a cui hanno partecipato il sindaco Vincenzo Ascione, il dirigente dell’Utc Nunzio Ariano ed i vertici della società Rfi Spa, del Gruppo Ferrovie dello Stato. L’incontro ha dato esito positivo ed i lavori sono regolarmente ripresi. Nel frattempo la Soprintendenza di Napoli in questi giorni invierà sul posto un tecnico per esprimere il proprio parere sul nuovo infisso, già installato come prototipo.

Nell’ambito dell’incontro si è discusso anche della responsabilità della custodia delle arcate. Molte di esse, abbandonate e prive di custodia, sono diventate ricettacolo di rifiuti. Il comune oplontino ha fatto presente che la responsabilità di tale degrado sia da imputare all’impresa esecutrice dei lavori (oltre che ai cittadini incivili, ndr), la quale avrebbe dovuto provvedere alla chiusura degli ingressi per evitare che i porticati diventassero “discariche” di rifiuti.

Il progetto di restyling del waterfront oplontino (finanziato con fondi Jessica pari a 3,5 milioni di euro) interessano l’intera area portuale, comprendente, oltre i porticati, anche la darsena dei pescatori e l’ex area mercato ittico.

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