A cura della Redazione

L'attività investigativa e di efficace contrasto alla camorra che Magistratura e Forze dell'Ordine - si legge nel comuncato dei Riformisti del Mezzogiorno, associazione di cultura politica - hanno costantemente e positivamente dispiegato nell'ultimo decennio deve misurarsi, in questa fase, con il ripetersi di vecchi odiosi atti di violenza e un rinnovato impegno cognitivo relativo a cambi generazionali, nuove opzioni strategiche e tentativi di mutamenti di gerarchie.

La camorra tenta di riprendere terreno, seminare tensione, accrescere la disponibilità di risorse e soprattutto attestare una rinnovata capacità di controllo del territorio.

La città deve reagire. Le formazioni politiche, le organizzazioni sindacali datoriali e dei lavoratori, gli ordini professionali, i luoghi della formazione e dello studio,  le confessioni religiose, l'associazionismo culturale, di genere, sportivo ed ambientale, le nuove generazioni non possono sottovalutare quanto sta accadendo.

Ma spetta alle Istituzioni locali ed alle Assemblea elettiva attivare dinamiche di promozione di crescente consapevolezza e partecipazione.

Sottovalutare e minimizzare è uno dei peggiori errori possibili che rischia di riecheggiare posizioni già tristemente emerse all'inizio degli anni '60 nella terra di Falcone e Borsellino.

L'azione di contrasto repressivo va accompagnata con una nuova stagione di progetti educativi, di cura, risanamento e rigenerazione del territorio, di comportamenti istituzionali ad effetto pedagogico, di interventi dal carattere fortemente emblematico.

In questo senso il progetto relativo al recupero ed alla ri-funzionalizzazione di Palazzo Fienga costituisce un impegno morale.

Riaffermi l'Amministrazione Comunale la volontà di trasformare palazzo Fienga in palazzo Siani, facendo di quel luogo (che era il simbolo dell'anti-Stato) uno spazio al servizio del territorio in grado di ospitare uffici giudiziari, alloggi per le forze dell'ordine, istituzioni culturali impegnate nello studio e nella ricerca di misure di maggiore contrasto alle attività criminali ma anche attività formative:  il palazzo del crimine e della morte diventi il luogo della speranza.

Da lì, per induzione, può ripartire un processo di risanamento sociale, culturale e territoriale della parte antica della città; un processo di Liberazione - conclude il comunicato - che veda in campo centinaia di partigiani della legalità, della sicurezza, della lotta ad ogni forma di criminalità e di violenza.