A cura della Redazione

Questa mattina, l’Arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e già Nunzio Apostolico in Pakistan e Mozambico, ha presieduto la celebrazione della Messa e la recita della Supplica sul sagrato della Basilica di Pompei. Pochi minuti prima, Papa Francesco, durante l’udienza generale del mercoledì, in piazza San Pietro, si è unito ai fedeli giunti nella città mariana per «recitare con fede la Supplica alla Madonna, affinché Ella volga il suo sguardo sul mondo e interceda per la Chiesa intera e per quanti soffrono nel corpo e nello spirito».

L’omelia è stata dedicata al tema dell’amore di Dio e a Maria Santissima, «la prima persona che ha creduto con tutta se stessa alla Parola».

I pellegrini che arrivano a Pompei si pongono in ascolto del Vangelo, imparando dalla Vergine «la perenne lezione dell’amore: amore per Dio e amore per il prossimo» e mettendosi alla scuola del Beato Bartolo Longo. «Ci si trova dinanzi ad un apostolo della misericordia – ha detto ancora l’Arcivescovo Peña Parra – che ha rivolto lo sguardo a quelle che il Santo Padre Francesco ama chiamare le “periferie esistenziali”, adoperandosi con generosità al recupero morale e sociale degli emarginati. Pompei è diventata, ed è tuttora, un’oasi di speranza per il Mezzogiorno d’Italia, ancora segnato da non poche problematiche e sfide».

Il riferimento è alle Opere di carità del Santuario, che danno risposte concrete «ai bisogni della società campana, specialmente alle attese dei più poveri e di quanti sono segnati da fragilità». Ed anche l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, nel saluto, ha ricordato l’impegno del Santuario per la carità, secondo il carisma di Bartolo Longo, che saldo nella certezza «che l’amore al prossimo fosse la logica conseguenza dell’amore a Dio, realizzò il tempio della carità accanto a quello della fede, come amava dire lui stesso».