A cura della Redazione

La storica macelleria, per lunghissimi anni punto di riferimento della città nella zona di Torre Annunziata centrale, è lì, con la tristezza di una saracinesca chiusa, nel suo silenzio, mentre a pochi passi la musica elegante di un sax e i volti sorridenti di amici e parenti, accompagnano felici l’inizio di una nuova vita, di una nuova avventura, di un filo con il passato che sembra davvero non essersi mai spezzato.

Le due attività, sono distanti pochi metri l’una dall’altra, ma sembrano dividerle anni luce.  L’apertura di una braceria intitolata proprio a lui, quel personaggio dalla simpatia innata e dalla bontà infinita, Mimì Falanga, o Don Mimì come lo chiamavano tutti in questo spicchio di territorio che da Torre conduce alla vicina Pompei. L’indimenticabile macellaio di piazza Imbriani scomparso qualche anno fa.

L’atmosfera tra un panino e un bicchiere di vino, è talmente magica che sembra all’improvviso, nella penombra di una afosa serata d’estate, di scorgere la sua figura possente, con l’inseparabile grembiule bianco, che si avvicina sornione per congratularsi con il figlio Gennaro e con la nuora Stefania per la nuova avventura. Si perché, il buon Gennaro, quella attività avrebbe voluto continuarla per non mortificare la tradizione di famiglia. Così, nasce l’idea: per non dimenticare il passato e per tracciare una nuova linea verso il futuro, perché non aprire una nuova attività, una braceria, e intitolarla al papà?

 “Vi prego - dice commosso Gennaro notoriamente uomo di poche parole e di una sensibilità fuori dal comune - non mi fate parlare, non me la sento. Sono contentissimo di aver fatto tutto questo per papà che lo meritava”. Con il sorriso che la contraddistingue in ogni piccolo frammento della sua giornata in profumeria, è però Stefania la moglie di Gennaro a provare a spiegare le sensazioni e lo stato d’animo di una serata particolare.

“Questa braceria - dice Stefania – ha una storia molto bella e  che viene da lontano. Gennaro avrebbe voluto continuare l’attività del papà, e non avendo potuto farlo, ha deciso di continuarla comunque aprendo una braceria e intitolarla al padre. Una braceria – continua - che apre, è bene sottolinearlo, nella zona sud, una zona dove c’è necessità di investire, e bisogna farlo perché è una parte importante della città, quella che si trova a pochi chilometri da Pompei e da Castellammare di Stabia. Io la amo, più della cosiddetta zona nord, perché credo fortemente che questa sia la vera Torre Annunziata storica. Abbandonati? Beh, in realtà la situazione – ammette - non è molto cambiata rispetto agli anni scorsi. Mancano i parcheggi e le aree a verde. Ecco perché bisogna farla crescere. Questa apertura rappresenta la nostra volontà al cambiamento e al rilancio della zona.

Il tempo di applaudire il taglio del nastro, e ascoltare le parole di don Nando, che il messaggio  parte forte e chiaro da piazza Imbriani: Don Mimì è tornato ed è pronto ad accogliere chi gli ha voluto bene nella nuova braceria intitolata a lui e a gustare tanti buonissimi piatti di carne, quella carne che proprio lui ha portato sulle tavole degli oplontini per tantissimi anni. Ad aspettarvi, il figlio Gennaro con l’amico e socio Lorenzo.