A cura della Redazione

Sette Luglio. Una data qualsiasi, anonima per la storia della nostra città, Torre Annunziata. Fino a due anni fa, quando quella tersa e maledetta alba seppellì i sogni, le speranze, le aspirazioni e, purtroppo, le vite di otto inconsapevoli e innocenti nostri concittadini: la famiglia Cuccurullo, i coniugi Giacomo ed Edy Laiola e il figlio Marco; la famiglia Guida, i coniugi Pasquale e Anna Duraccio ed i figli Francesca e Salvatore; la signora Pina Aprea.

Sono trascorsi, dunque, due anni da quell’assurdo crollo in Rampa Nunziante. Un lasso di tempo che la complessa macchina della giustizia ha appena impiegato per ricostruire i fatti attraverso le “carte” nell’intento di individuare i colpevoli di una tragedia che segnerà per sempre la “nostra” storia. Le udienze del processo si susseguono, ma la verità è ancora molto lontana dall’assumere le sembianze della realtà.

Oggi, però, è il momento del raccoglimento e della riflessione. E’ il sette luglio e per noi torresi non è più, purtroppo, una data qualsiasi e anonima. Alle ore 6.30 le campane della chiesa più vicina al luogo del disastro, la SS. Trinità, hanno suonato per ricordare le vittime del crollo. Alle ore 19.00 il parroco Don Ciro Cozzolino celebrerà la messa in suffragio e, subito dopo, i presenti si recheranno in Rampa Nunziante per deporre il cero della giustizia.  A tutti i partecipanti sarà consegnato un fiore di lavanda per sottolineare il ricordo delle vittime e l’impegno per conoscere la verità.