A cura della Redazione

Manifesto affisso e dopo 12 ore coperto. E giù con le polemiche.

Partiamo dall’inizio. I lavoratori del Centro Polispecialistico CMO da mesi stanno conducendo una dura battaglia per la salvaguardia del loro posto di lavoro. Come ormai è noto, in seguito ad un provvedimento giudiziario relativo a presunti abusi edilizi perpetrati nella palazzina che ospitava la Medicina Nucleare in via Romasono stati rinviati a giudizio otto indagati, tra cui tre dipendenti comunali, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso ideologico, falso in atto pubblico e abusivismo edilizio.

La conseguenza di tale provvedimento è stata la chiusura della Medicina Nucleare ed il relativo licenziamento di 70 operatori del settore. 

Il lavoratori ritengono che il sindaco Vincenzo Ascione, in tutta la vicenda, non abbia fatto tutto quanto era nelle sue possibilità per fornire un’alternativa alla società per “mantenere in vita” la Medicina Nucleare, una branca che rappresentava il fiore all’occhiello, nonché il vero motore dell’intero Centro. 

Il sindaco, da par suo, più di una volta ha affermato di aver agito nella massima coerenza, trasparenza e legalità «pur riconoscendo la validità dell’iniziativa imprenditoriale, di sicuro interesse per il nostro territorio - commentava in una nota -, di fronte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria è risultato pressoché impossibile accogliere le richieste che pervengono dalla società».

La situazione si è ulteriormente acuita qualche un mese fa, quando il primo cittadino di Torre Annunziata ha disertato un incontro presso il Difensore civico della Campania, che aveva convocato - dietro istanza dei lavoratori - le parti in causa per discutere del trasferimento della Medicina Nucleare nel nuovo immobile di via Roma. Ascione si è giustificato dicendo che era impegnato in una seduta importante di consiglio comunale. Come difatti è stato, solo che dopo un po’ è andato via per un altro appuntamento presso la Soprintendenza di Napoli.

Da quel momento, i lavoratori del CMO hanno tacciato il primo cittadino di essere bugiardo e di averli abbandonati al loro destino. E lo hanno scritto su un manifesto di dimensioni 6x3 metri, affisso su un cartellone pubblicitario privato nei pressi del casello autostradale di Torre Annunziata nord. Neppure 12 ore, però, e il manifesto viene coperto da un’altra pubblicità. «Non accettiamo questa arroganza, siamo in democrazia - è stata la reazione dei lavoratori di fronte a questo episodio -. E’ inammissibile che qualcuno abbia fatto pressione per far coprire i manifesti».

Le cose, però, sembrano siano andate diversamente. Abbiamo interpellato la società che gestisce i pannelli pubblicitari per avere delle spiegazioni in proposito. «Non abbiamo avuto nessuna pressione - ci è stato detto -. La decisione è stata tutta nostra. Sui nostri pannelli vengono affisse solo ed esclusivamente pubblicità commerciali. Quando ci siamo resi conto che il manifesto trattava di altri argomenti, abbiamo deciso di rimuoverlo immediatamente, rimborsando il committente».  

E il sindaco Ascione? Preferisce non fare dichiarazioni, ma una risposta è stata data indirettamente dalla regolare affissione dei manifesti del Comitato Lavoratori del CMO sui pannelli pubblici, fax simili di quelli rimossi, lungo le strade della città.