A cura della Redazione

Domenica 21 luglio, siamo in piena estate e le spiagge sono affollate di bagnanti. Tra i tanti, questa mattina anche le donne de “Il Golfo delle Meraviglie”, un’associazione di volontariato che persegue l’obbiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento del Sarno. Ma non solo. Ogni domenica mattina, questi volontari, insieme ad altri che accolgono il loro invito, muniti di guanti e rastrelli, puliscono il tratto di spiaggia di fronte lo scoglio di Rovigliano, violentato dai rifiuti che il fiume “vomita” tutti i giorni sull’arenile.

«Il nostro è solo un atto simbolico – afferma la volontaria Giuseppina Cascone – perché di certo il problema non si risolve con l’impegno di pochi che la domenica puliscono l’arenile dai rifiuti. Il nostro vero obbiettivo, invece, è accendere i riflettori su un problema di dimensioni gigantesche, qual è l’inquinamento del Sarno. Tuttavia in tutto questo c’è qualcosa che non va, e mi riferisco alle persone che fanno il bagno in un tratto di mare in cui la percentuale di cromo è 24 mila volte maggiore rispetto ai parametri europei. Quel colore rossastro, quasi porpora, che spesso tinge le nostre acque non è dovuto agli scarichi delle fabbriche di pomodori, come tutti pensano, bensì ai liquami che vengono sversati nella Solofrana dalle aziende conciarie. Allora due sono le cose: o siamo pazzi noi che di domenica mattina puliamo la spiaggia sotto un sole rovente, o sono pazze quelle persone che fanno il bagno, insieme ai loro figli, in acque altamente inquinate a pochi metri dalla foce del Sarno. A voi la risposta».

Tra i tanti volontari che accolgono l’appello dell’Associazione “Il Golfo delle Meraviglie”, questa mattina anche una giovane di Cava de’ Tirreni.

«Sono venuta a Rovigliano invitata da una mia amica – afferma Anna -. La cosa che più mi ha colpito venendo qui è l’odore che proviene dal mare, non è quello che conoscevo da bambina. Oggi comunque darò il mio piccolo contributo a questa nobile causa».