Mercoledì 19 settembre alle ore 16,30, presso l'aula magna del Liceo dell'Arte e della Comunicazione "G. de Chirico" ci sarà dibattito e confronto su "La felicitàù sostenibile".
Vi parteciperà Maurizio Pallante, scrittore e ideatore della Decrescita Felice. Moderà Felicio Izzo, preside Liceo dell'Arte e della Comunicazione “Giorgio de Chirico”.
La felicità di una persona o di una comunità può essere sostenibile? Attanagliati dalla crisi economica e dall’emergenza energetica e ambientale, possiamo sperare in un futuro di benessere e serenità? Sì, afferma Maurizio Pallante, ideatore della Decrescita Felice. Dobbiamo però invertire la rotta, ribellandoci all’imperativo che ci ha guidati nell’ultimo secolo, la crescita a ogni costo, misurata con l’aberrante strumento del PIL, e stabilire un nuovo modello di sviluppo.
La Decrescita Felice è una filosofia concreta che chiunque, ciascuno quotidianamente e i governi in politica, può mettere in pratica. Decrescere non vuol dire rinunciare a nulla, ma modificare i comportamenti che implicano inutili sprechi.
Così, se perdiamo l’abitudine di passare il sabato al centro commerciale e aderiamo a un gruppo d’acquisto solidale, spendiamo meno e abbiamo pure l’occasione di costruire rapporti basati sulla collaborazione e la fiducia.
Da qui la necessità di investire nelle tecnologie per il risparmio energetico e nelle eco-case, di autoprodurre beni, ridurre rifiuti, instaurare relazioni fondate sulla reciprocità e il dono invece che sulla competizione e la concorrenza. Perseguendo questi obiettivi, la Decrescita Felice corregge le storture del nostro modello economico e indica la via per un’altra dimensione del benessere, in un mondo meno inquinato e in una società più umana.
Non è un’utopia, ma una nuova vita che possiamo cominciare già da oggi.
Questi, e simili, gli argomenti su cui confrontarsi nell’incontro con Maurizio Pallante, evento inserito all’interno del Festival della Felicità 2019, dal 17 al 22 settembre, promosso dalle associazioni “Famigliar-mente”, “Progetto Cripta” e dalla Cooperativa sociale “Litografi Vesuviani”.