A cura della Redazione

Giocano a calcio, litigano e vengono messi in punizione, con l’obbligo di essere presenti ad una seduta  di.... redenzione in chiesa! 

E' accaduto al Parco Carolina di Torre Annunziata, ma i responsabili di questo eccesso di agonismo non sono i bambini bensì... i loro genitori.

Cento papà di ragazzi iscritti alla scuola calcio Azzurri, partecipano ad un torneo di football, con dodici squadre di otto giocatori ciascuna. Ma accade che durante le partite sale la vis agonistica, volano parole pesanti e spintoni, di cattivo esempio per mogli e figli che assistono all’incontro.

A questo punto il titolare della struttura, l’allenatore  e organizzatore Stefano Cirillo, decide immediatamente  di sospendere  il torneo e obbliga i papà ad un percorso di... rieducazione. Si rivolge quindi a don Antonio Carbone, direttore dei Salesiani, che nella sua chiesa, assistito dallo psicologo Francesco Raia, incontra una cinquantina di genitori-calciatori per colloquiare con loro e riportarli... sulla retta via.

Tutti i genitori partecipano volontariamente all’iniziativa, rendendosi conto della gravità del loro comportamento, e accettano di essere sottoposti a questa seduta terapeutica proprio per fare autocritica. E quindi il deprecabile  atteggiamento in campo  è stato brillantemente annullato da un mea culpa e dall’ “assoluzione” del sacerdote, particolarmente commosso per la presenza di tanti (e soli) uomini in chiesa. Ma così come sono stati puniti, ora sono da elogiare e sicuramente avranno fatto tesoro dell’accaduto, arricchendosi anche spiritualmente.

Stefano Cirillo prende atto della “conversione” e si dichiara disponibile a far riprendere il torneo riservandolo, però, solo ai genitori pentiti . “Nella mia lunga e trentennale esperienza – afferma -  non avevo mai messo in atto un’iniziativa simile, ma sono contento di averlo fatto. Innanzitutto perché i partecipanti saranno adesso non solo più corretti durante le partite di calcio, ma anche dei migliori padri di cui i figli potranno andare orgogliosi”.