A cura della Redazione

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, le considerazioni pervenute dall'avv. Aldo Avvisati, presidente AREV-OD - Rete Vesuviana di Ospitalità Diffusa - Torre Annunziata, circa i comportamenti da assumere da parte dei titolari delle strutture ex alberghiere di fronte alle cancellazioni di prenotazioni di ospiti, intimoriti dalla diffusione del coronavirus:

"Diversi hosts di strutture extra-alberghiere del Vesuviano ci chiedono come comportarsi in questo periodo di preoccupazioni e di incertezze dettate dall'epidemia mondiale del Coronavirus attualmente in corso.

Premettiamo che, essendo un'epidemia con risvolti di carattere sanitario, la questione dell'annullamento della prenotazione di camere è binaria in quanto involge tanto l'ospite che l'host.

E ciò è agevolmente comprensibile in quanto gli hosts di strutture extra-alberghiere, data la specifica modalità dell'ospitalità, condividono gli spazi abitativi familiari appunto con i propri ospiti.

Quindi, tanto l'host quanto l'ospite potrebbero volere accedere a tale opzione. Cosa succede, allora?

Ebbene, fermo restando l'osservanza delle normative preposte e delle "Policy" di cui si è eventualmente dotato, sempre in maniera chiara e trasparente, l'host è legittimato ad annullare la prenotazione:  1) se la sua struttura si trova in una cosiddetta "Zona rossa" ovvero in un'area cinturata per evitare il proliferare del contagio; 2) se gli Ospiti che hanno prenotato provengono da una delle zone ove l'epidemia è conclamata (cosiddetti "Focolai"). Diversamente,  l'host non è legittimato a decidere per l’annullamento se spinto da un principio di mera precauzione: in tal caso si assume la responsabilità delle conseguenze del gesto. Potrà, quindi, per l'effetto, non solo essere tenuto a restituire gli acconti già percepiti, ma essere chiamato anche a corrispondere i danni nei confronti dell'Ospite che ha subito tale immotivata cancellazione (cosiddetto "Danno da vacanza rovinata").
D'altro canto, l'ospite può sempre legittimamente annullare la prenotazione effettuata qualora una qualche Autorità pubblica abbia disposto un divieto di viaggio (divieto di uscita dalla Zona rossa, trasporti resi impraticabili), e/o in caso di richiamo immediato sul posto di lavoro, ecc. o se le condizioni soggettive glielo impediscano (soggetto contaminato, obbligo di quarantena, ecc.). Decorrendo tali condizioni, l'ospite ha diritto al rimborso di quanto già versato per effettuare la prenotazione. Diversamente, nel caso in cui sia l'ospite, autonomamente, anche in questo caso per mera precauzione, e non trovandosi in un caso di  forza maggiore e/o impossibilità sopravvenuta, a decidere di non usufruire della prenotazione per il soggiorno, questi perderà quanto corrisposto eventualmente già a titolo di acconto e, laddove previsto dalle Policy dell'host, sarà tenuto a corrispondere l'intero prezzo del soggiorno prenotato.

Consigli pratici per gli hosts

Ad ogni modo, al di là delle previsioni di legge, il consiglio è di adottare un atteggiamento, improntato al buon senso, alla comprensione e disponibilità, in una parola all'Accoglienza, sempre.

Per cui, se la preoccupazione per la propria salute e per quella dei propri congiunti è tanta e non essendoci nel periodo delle prenotazioni già effettuate, si potrebbe procedere ad una sospensione temporanea (una settimana/10 giorni) dell'attività in modo da sincerarsi circa l'effettivo sviluppo della crisi.

Si consiglia, in ogni caso, di onorare le prenotazioni già prese, salvo, come detto, i casi previsti dalla legge, onde evitare esborsi economici per risarcimento danni.

Nel caso gli ospiti che abbiano già effettuato prenotazioni, intendano disdettare, pur in assenza della ricorrenza delle circostanze in cui sarebbero legittimati a farlo, non assumere una posizione totalmente ostativa ma, piuttosto che restituire quanto già versato oppure "liberarlo" dai propri obblighi, proporre all'Ospite una riformulazione dell'offerta turistica attraverso il rilascio di un "Voucher" ovvero un buono di pari valore ai pernotti già prenotati da spendere in un periodo diverso, entro l'anno 2020, ad esempio.

Così è, se vi pare, la gestione delle cancellazioni ai tempi del Coronavirus".