A cura della Redazione

«Ragazzi mi scuso se ho interrotto la diretta, ma evidentemente non tutti avevano piacere. Ci privano anche della libertà di espressione. Buona festa della liberazione a tutti». Renato è deluso. Come tutti i residenti in via dei Mille, piazza De Nicola, via De Gennaro, via delle Vigne, via Iacono a Torre Annunziata che, affacciandosi ai balconi, oramai avevano stabilito un contatto epidermico con lui. Renato Monaco non è solo un noto commerciante di Torre Annunziata. E’ un artista a tutto tondo: disegna, dipinge, crea scenografie e canta. Sì, ha sempre cantato. Fin da ragazzino. La musica in casa Monaco è energia, è vita. La sorella Nina è un soprano di caratura internazionale. Da quella maledetta data (già entrata nella storia della nostra nazione), 9 marzo 2020, un pò per gioco, spinto dagli amici che lo conoscono meglio, ha iniziato a deliziare gli abitanti delle strade citate con un appuntamento settimanale fisso: la domenica dalle ore 19 alle 20.

Dal suo balcone al primo piano proponeva, con la sua impostazione vocale da autentico crooner, il repertorio soft che ha sempre amato. Brani resi immortali dalle voci di Frank Sinatra, Fred Bongusto, Bruno Martino, Peppino Di Capri, Gino Paoli. Musica confidenziale, dal sound non invadente, priva di sezioni ritmiche assordanti. Al termine di ogni brano, dai balconi e dai contatti sulla diretta Facebook, sempre e solo applausi e consensi.

Ma qualcuno ha deciso che questo idillio, questa dimostrazione di collegiale solidarietà, questa condivisione di un momento particolare per l’esistenza di tutti, dovevano interrompersi. Ieri sera (Renato, per il 25 aprile, aveva anticipato l’appuntamento al sabato), intorno alle ore 19.30, le forze dell’ordine hanno invitato Renato a spegnere il microfono. Ovviamente perché “sollecitate” da qualche cittadino.

Non ne conosciamo i motivi, ma nemmeno ci interessa esserne informati. Si confermano, però, le miserevoli contraddizioni dell’esistenza di alcuni esseri umani. In tempi normali, la vita in via dei Mille è accompagnata da una “colonna sonora” dalle sfumature artistiche e con decibel molto diversi rispetto alla selezione in punta di piedi proposta da Renato: clacson, vociare continuo, rumori di automobili in doppia e tripla fila e, soprattutto, locali con musica assordante fino alle tre di notte. In tempi di coronavirus, invece, l’equilibrato, educato, pregevole contributo di un concittadino (conferito, tra l'altro, in orario assolutamente ortodosso) per attenuare gli effetti collaterali degli “arresti domiciliari”, non viene tollerato. Da più parti si è letto che il Covid-19 ci restituirà un mondo diverso, soprattutto migliorato nei rapporti umani. Voi ci credete?