A cura della Redazione

“Quest’ulivo, simbolo di pace e speranza viene piantato, a cura della Camera Penale e del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata, il 28 settembre 2020, a perenne memoria dell’avvocato Ebru Timtik, martire della libertà e vittima della tirannia, la quale, in 238 giorni di sciopero della fame, protratto sino all’estreme, fatali conseguenze, nell’inutile appello per la celebrazione di un giusto processo, ha, con il sacrificio della sua giovane vita, reso onore all’avvocatura mondiale, testimoniandone l’incorruttibile impegno della difesa della libertà e della giustizia”. È quanto scritto sulla targa apposta oggi, lunedì 28 settembre, all’esterno del palazzo di giustizia di Torre Annunziata per ricordare, ad un mese dalla scomparsa, l’avvocatessa turca Ebru Timtik.

L’iniziativa è stata preceduta da un dibattito. Ad introdurre gli interventi il presidente dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata, Luisa Liguoro, che dopo avere ringraziato le autorità presenti e coloro che hanno reso possibile la giornata, ha sottolineato come “l’Osservatorio del Consiglio nazionale forense ha stilato un rapporto nel quale si evince come in Turchia sia in atto una vera e propria persecuzione di massa degli avvocati. Dal 2016 al 2020 , 605 colleghi sono stati arrestati e sono state emesse 365 condanne per complessivi 2.158 anni di carcere. Condanne pervenute dopo processi agghiaccianti, dove il diritto alla difesa è praticamente nullo”.

A seguire il presidente della camera penale oplontina, Domenico Nicolas Balzano, ha parlato “della lunghissima, dolorosa, atroce agonia della morte ma anche l’incrollabile fermezza, fino all’estremo sacrificio di non piegarsi al tiranno per non ripudiare un’ideale, un principio, un valore”. Dopo il saluto di Domenica Miele per conto della presidenza della Corte d’Appello di Napoli, è stata la volta del presidente del tribunale di Torre Annunziata, Ernesto Aghina: “Episodi come quelli accaduti in Turchia ci portano a verificare come quello che per noi è una pratica quotidiana tranquilla, può diventare motivo di morte, di sacrificio estremo”. Gli ha fatto eco il procuratore capo Nunzio Fragliasso: “Il martirio dell’avvocatessa Timtrik ci ricorda come gli avvocati sono le prime sentinelle dell’inviolabilità dei diritti delle libertà fondamentali di tutti i cittadini, in ogni parte del mondo”.

Per Marilisa Somma, presidente della commissione Pari opportunità, ha posto l’accento sul “giusto processo, cioè lavorare affinché esistano i diritti della persone e non siano calpestati”, mentre Gennaro Torrese, presidente dell’unione regionale dei fori campani, che ha ricordato come in un documento seguito alla morte di Timtik l’unione “faceva voti affinché il governo italiano intervenisse presso le organizzazioni sovranazionali perché venissero rispettate i principi di democrazia e libertà”. Toccante infine la testimonianza di Ezio Menzione, responsabile dell’osservatorio degli avvocati minacciati presso l’Unione camere penali, che ha spiegato di avere conosciuto Ebru Timtik e di averla incontrata in alcune udienze svoltesi in Turchia.