A cura della Redazione

Scene di ordinaria inciviltà. Le viviamo e le subiamo quotidianamente noi torresi. Spesso passivamente, rassegnati, sconfortati, quasi sottomessi. Si fa largo e s’impone in tutti noi l’impotenza di fronte a spettacoli ignobili e devastanti.

Esempio? Siamo a dicembre inoltrato e la città di Torre Annunziata si appresta a vivere due terribili pomeriggi in un luogo preciso e circoscritto: la curva di via Gino Alfani. Nei giorni delle vigilie, 24 e 31, da anni oramai, questa zona è diventata meta anche di chi adopera le festività come alibi per esibirsi e dare la stura ad autentiche barbarie. Per carità, non intendiamo generalizzare e, ovviamente, sappiamo che la maggioranza dei giovani che affollano quel posto fanno prevalere il buon senso. Sfogliando, però, la desolante galleria delle immagini post “aperitivo augurale” degli anni scorsi, ci chiediamo come arginare se non eliminare del tutto il fenomeno in questo particolare dicembre 2020.

Banalmente ripetiamo che gli assembramenti non sono consentiti. Il killer Covid-19 è in agguato. Aleggia su tutti. Nessuno escluso. E’ un nemico spietato per impercettibilità e imprevedibilità. Il peggiore di sempre. Non è stato ancora sconfitto. E non si farà sfuggire l’occasione ghiotta per diffondersi in uno spazio pubblico molto delimitato e sovente sovraffollato come la cosiddetta “curva” di via Gino Alfani. 

Non attendiamo l’ennesimo provvedimento di Conte o De Luca, Dpcm o ordinanze comunali. Imponiamoci tutti un lockdown personale. Di poche ore. Il 24 e il 31 dicembre non usciamo di casa per celebrare il superfluo. Potrebbe essere azzardato, rischioso, fatale. Apriamo un libro, un album di vecchie foto. Cerchiamo in Tv un concerto, uno spettacolo teatrale. Convertiamo in realtà la voglia di non festeggiare da più parti sbandierata. Pensateci. Pensiamoci.

(Foto di Mimmo De Vito)