A cura di Enza Perna

Contagi, protocolli sicurezza, scuola dell’obbligo, DAD, DDI, assembramenti di bambini.

Questi i temi affrontati nella videoconferenza organizzata dai genitori del gruppo “Tuteliamo i nostri figli, scuole chiuse a Torre Annunziata”. Alla riunione era presente il sindaco Vincenzo Ascione e la consigliera comunale Giovannina Cirillo, che con grande attenzione hanno ascoltato gli interventi e le storie dei genitori.

“Ad oggi il gruppo conta più di 750 iscritti. In questa riunione siamo solo una minima parte in rappresentanza delle mamme che chiedono la didattica a distanza e la libertà di scelta – così esordisce Iolanda Tessitore -. Il numero dei contagi a Torre Annunziata è in forte aumento, come i dati Asl dimostrano. Con l’apertura delle scuole elementari, prima e seconda classe, già si contano due casi di contagio. Considerato che ancora devono venir fuori i danni provocati dai comportamenti sconsiderati di chi non ha rispettato, e tutt’ora non rispetta, le regole, a quali cifre dobbiamo arrivare per essere tutelate? Le mamme presenti – continua – sono quelle che da un anno a questa parte sono chiuse tra le quattro mura domestiche con i propri figli. Genitori lavoratori che adottano e rispettano tutte le regole di sicurezza a lavoro. In questo periodo troppe baggianate vengono dette da chi opta per la presenza. I bimbi sono per strada, sono nei centri commerciali, sono ai parchi e così via. Ci sono sì, ma non sono i nostri - incalza Tessitore -. I nostri figli stanno pagando e continuano a pagare le colpe degli altri. Un altro punto fondamentale è questa “lentezza” burocratica e assenza di comunicazione tra Asl e scuola. Abbiamo avuto già due Circoli coinvolti e il protocollo di sicurezza per questi casi è partito in forte ritardo, con il rischio che l’infezione si propaghi”.

Poi rivolgendosi al primo cittadino Tessitore conclude: “Faccio appello al vostro istinto paterno sindaco, ci dia la possibilità di tutelare i nostri figli, non li mandi in guerra senza armi”.

Durante lo svolgimento della videoconferenza arrivano due notizie. L’entrata in presenza delle classi IV e V elementari e il caso accertato di positività alla materna del IV Circolo didattico.

Cresce ancora di più la paura dei genitori. “Nostra figlia è nella classe della bimba risultata positiva - afferma mamma Elsa -. La dirigente ci ha informati solo oggi e ha chiuso la scuola materna domani (oggi per chi legge, ndr) per sanificazione. Ma non ci è stato detto di fare la quarantena. Questo mi ha sorpreso, visto che nel caso precedente la preside dell’altro Istituto ha messo l’intera classe in isolamento con le rispettive famiglie. Noi ci siamo “auto isolati” - aggiunge il papà - per un senso civico e di rispetto. Però signor sindaco io se resto a casa non porto il pane alle mie figlie. Qui se non si lavora non si mangia. Allora vista la situazione attuale, non sarebbe meglio aspettare per queste aperture, visto che il Presidente De Luca concede a voi sindaci la massima discrezionalità in queste situazioni? Non sarebbe meglio – conclude – prevenire invece che curare?”

Durante i diversi interventi, sia la consigliera comunale Cirillo che il sindaco Ascione hanno cercato di illustrare tutti gli interventi e i protocolli di sicurezza messi in atto nelle scuole affinché si potesse tornare in presenza. Misurazione febbre, uso costante di mascherine, divieto di distribuire materiali didattici, uso di gel igienizzante, sistema di areazioni con finestre aperte ogni 45 minuti per la durata di 5 minuti, divisione delle classi più numerose. Inoltre la consigliera ha evidenziato che con la presenza sono stati recuperati molti bimbi che si sono persi durante la DAD.

“Per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza secondo me sono alquanto inaffidabili – afferma Silvia, un’altra mamma intervenuta alla conferenza -. Innanzitutto sono state consegnate delle mascherine in sacchetti per alimenti chiuse manualmente con un pezzo di carta gommata oppure con un semplice nodo. Penso che nessuno le utilizzerà. Inoltre i termometri all'ingresso registrano temperature non sempre veritiere.  Il protocollo sull’areazione - conclude Silvia - prevede una frequente apertura delle finestre. Ciò influisce sulla salute dei bambini che tornano a casa spesso raffreddati, a meno che non restino con cappotto e cappello addosso per tutta la durata delle lezioni”.

In merito al recupero di bambini dispersi a causa della Dad interviene mamma Emily. “I bambini recuperati sono gli stessi che vivono per strada. Sono quella fetta di bimbi che vengono lasciati a scuola. I dirigenti e gli insegnanti durante la Dad hanno fatto un lavoro immane affinché nessuno restasse indietro, anche attraverso l’adozione di computer o tablet messi a disposizione. Quindi è solamente la strafottenza, consentitemi, dei genitori. Inoltre si dice che la Dad non è scuola – argomenta Emily -, però neanche la presenza in certe condizioni è scuola. Muore il concetto di socializzazione, i bimbi non si possono sfiorare, abbracciare, non possono muoversi, si eliminano le vicinanze ma non soltanto tra compagni, ma anche con le docenti stesse che non possono nemmeno pulire un moccolo al bambino, tanto per fare un esempio. Senza contare che i bimbi che manifestano febbre a scuola vengono isolati immediatamente in aule vuote, venendo così traumatizzati. I bambini sono “violentati” psicologicamente più con la presenza che con la Dad. Su questo – conclude - bisogna riflettere”.

I protocolli sulla sicurezza provengono dal Governo centrale e questo li rende immodificabili. In una delle clausole c’è la possibilità di utilizzare la DDI (Didattica Digitale Integrata), se si ha in una famiglia un soggetto fragile.

“Mio marito è su una sedia a rotelle – racconta mamma Sara – potrei tranquillamente appellarmi a questa possibilità. Ma questo “si salvi chi può” non appartiene ad una società civile fatta da persone che cercano di convivere e rispettarsi. Se mio marito viene contagiato dalla figlia che frequenta – conclude -  chi mi aiuterà, chi si occuperà di me"?

"Ci sono dirigenti che optano per una forma antidemocratica - racconta mamma Miriam -  Ci sono mamme che quasi vengono obbligate dai dirigenti stessi a mandare i figli a scuola minacciando un tampone obbligatorio se il figlio si assente per più di cinque giorni, negando ai bambini a casa l’accesso a compiti o lezioni svolti in classe. Questi dirigenti sono disposti ad assumersi la piena responsabilità di possibili focolai e disgrazie?”.

Da quello che le mamme raccontano sembra che ciascun dirigente gestisca in modo del tutto autonomo la situazione che si presenta, senza rispettare protocolli e linee guida.

“Al secondo Circolo - racconta Rosanna – noi mamme di bimbe assenti abbiamo un allegato a disposizione che ci consente di fare assentare i nostri figli per motivi diversi da quelli per la salute; inoltre le docenti inviano compiti agli alunni assenti perché la dirigente non vuole che nessun bambini resti indietro. Io, il 18 gennaio, ho scelto di non mandare mia figlia a scuola. La classe di mia figlia era quasi al completo. Ebbene dopo solo 3 giorni esce un caso di positività di una docente in quel modulo. E ad oggi l’Asl non ha ancora dato disposizioni alla scuola. Ora mi chiedo: con quale criterio e coscienza io lunedì mando le mie figlie a scuola visto che lì si è potuto creare un focolaio? Chi me lo garantisce? La risposta è solo DAD per tutelare bimbi e docenti”.

I dati di Torre Annunziata non sono per nulla incoraggianti. Sembrerebbe che dopo i primi casi nelle scuole, e chiarito il punto che i dirigenti non possono obbligare i bimbi ad andare a scuola, ecco che l’affluenza incomincia a diminuire.

“A quali numeri dobbiamo arrivare affinché si chiudano le scuole – chiede papà Pasquale -.  Deve per forza scoppiare un focolaio prima di correre ai ripari? Il popolo torrese è quello che è, non tutti rispettano le misure anti-contagio e non tutti credono a questo virus. Ora con la zona gialla tutti sono più liberi di starsene per strada tra bar e ristoranti. I numeri reali ancora devono venir fuori -  prosegue -  mancano i controlli, c’è gente positiva che accompagna i figli a scuola o se ne va a fare la spesa. Purtroppo – conclude – il senso civico qui non esiste, solo lei sindaco può tutelare la popolazione debole, quella dei bambini. Io non voglio essere costretto dal dirigente ad accompagnare i miei figli a scuola con un terrorismo psicologico”.

Il sindaco Ascione ha ascoltato con molta attenzione ogni singolo intervento e ha risposto a tutte le domande di genitori preoccupati. “Capisco le vostre preoccupazioni – afferma Ascione -.  Al primo incontro in video avuto con i dirigenti degli Istituti erano tutti d’accordo sulla presenza, tutti tranne uno. Il monitoraggio effettuato sull’affluenza ci ha dimostrato che le mamme hanno preso bene la presenza. Sarà comunque mia premura convocare un ulteriore incontro tra dirigenti, Asl e alcuni esponenti del vostro gruppo Dad e cercare di trovare assieme una soluzione, o quantomeno avere idee più chiare”.

Il discorso scuola è ormai oggetto di discussione da settimane. Oltre 750 mamme chiedono di essere tutelate. Cercano di combattere affinché si possa ritornare alla DAD. Ma alcuni comuni limitrofi hanno acconsentito anche la DDI, rispettando così la libera scelta di ogni genitore.