A cura della Redazione

Il brutale, ingiustificato, assurdo assassinio di Maurizio Cerrato ha suscitato un autentico movimento tellurico delle nostre coscienze, delle coscienze dei cittadini di Torre Annunziata.

Indifferenza, assuefazione, rassegnazione, abitudine e rinuncia, nel corso degli anni, hanno favorito un progressivo imbarbarimento del territorio. La morte violenta quanto gratuita di Maurizio, d’improvviso, sembra - e sottolineiamo “sembra” - aver risvegliato queste coscienze seppellite dalla sopraffazione e dalla paura.

Germaine Popolo, avvocato e consigliere comunale di Torre Annunziata, ha ammesso che “questa sconfitta pesa sulle nostre coscienze come un macigno, soprattutto su quella della politica”. Ecco il suo pensiero, pubblicato sul suo profilo Facebook, sollecitato dalla lettura del nostro editoriale pubblicato a firma di Massimo Corcione.

"Penso e ripenso a quella maledetta sedia… e così leggendo anche il bell’articolo di Massimo Corcione, mi è venuta in mente la tua sedia caro amico mio Dario ed ho pensato a quanto possono essere diverse tra loro, le sedie, “a colori” come la tua, con tutti i più bei colori dell’arcobaleno, “a toni stinti e turpi” come quella che ha ucciso Maurizio, di un colore così cupo e buio, il buio dove è sprofondata nuovamente la nostra comunità. Un nuovo, inaccettabile, “crollo”. L’ennesima vittoria della bestialità, della sopraffazione, della violenza sulla cultura, sull’educazione, sul rispetto, sul dialogo, sulla legalità.

Una sconfitta che pesa sulle nostre coscienze come un macigno, soprattutto su quella della politica, responsabile troppo spesso di piegarsi alla stessa logica del compromesso per approdare ad interessi ed ambizioni personali, facendo finta di non vedere quanto questo possa nuocere alla città, invece di far spazio ai valori positivi e sani di cui la comunità necessità come modelli di vita condivisa.

Riscattiamo la nostra comunità dal silenzio e dall’indifferenza, con memoria lunga di quanto accaduto oggi, manifestiamo e continuiamo, ogni giorno, ognuno per la sua parte, a rendere giustizia a Maurizio. Alle sue figlie, alla sua famiglia, rinnegando a viso aperto chi non è meritevole della bellezza e dei colori della nostra città e dell’appartenenza alla nostra comunità".