A cura della Redazione

Dopo l’arresto dell’ex vicesindaco di Torre Annunziata Luigi Ammendola, l’assessore a Trasparenza e Legalità Lorenzo Diana (nella foto) formalizza con una lettera inviata al sindaco Vincenzo Ascione le proprie dimissioni dalla Giunta municipale.

Nessun riferimento, però, all’arresto del suo predecessore. “Nonostante l’impegno profuso in questi mesi per produrre nuove regole – si legge nella lettera -, nel segno di una svolta profonda nel modo di operare dell’amministrazione, sono costretto a rilevare che pezzi di apparato burocratico oppongono un  “effetto di resistenza” all’azione di necessario cambiamento, richiesto dalle condizioni della città e che erano alla base del mio impegno all’atto in cui accettai la nomina di assessore di Torre Annunziata. Agli ostacoli derivanti dagli uffici fa da contraltare una situazione politica molto frastagliata e precaria nell’ambito del consiglio comunale, che non rende percorribile un cammino di cambiamento, condizione unica per la continuità del mio incarico.  Pertanto non essendovi le condizioni per proseguire il mio impegno, rassegno le dimissioni dalla Giunta Comunale”.

Non dovrebbe fare altrettanto l’altro assessore Pd Stefania Caiazzo, anche lei proposta dai vertici provinciali del Partito democratico, la quale avrebbe dimostrato piena solidarietà al sindaco Ascione.

Intanto nel pomeriggio di ieri c’è stato un vertice a Napoli nella sede del Pd a cui hanno partecipato il segretario metropolitano Marco Sarracino, il commissario torrese Paolo Persico, il sindaco Ascione e il vicesindaco Diana. Dalla riunione sarebbe emersa la volontà del Pd di far rassegnare le dimissioni al primo cittadino a causa della svolta nelle indagini sulle tangenti al Comune oplontino. “Sarei anche disposto a darle – avrebbe ribattuto Ascione -, ma dovreste convincermi della bontà di tale decisone”.

Una cosa è certa, nel mese di gennaio il Pd napoletano, dopo aver imposto al sindaco due nomi in giunta nel segno del cambiamento, in seguito all’arresto dell’ing. Nunzio Ariano, ha successivamente prima chiesto una Commissione di accesso al Comune oplontino e poi le dimissioni del primo cittadino. Eppure la situazione era chiara sin dal primo momento dell’arresto del capo dell’Utc, con probabili sviluppi dell’inchiesta che avrebbe potuto riguardare anche la parte politica. A che serve ora questa fuga in avanti del Pd napoletano?  Semmai una richiesta del genere andava fatta all’inizio, subito dopo l’arresto del dirigente dell’Utc, e non ora, lasciando completamente isolato il "suo" primo cittadino. Anche se la richiesta delle dimissioni del sindaco sembrerebbe non essere condivisa né dalla maggioranza dei consiglieri Pd né dalle forze politiche che sostengono Ascione in Consiglio comunale.

Insomma un mare in piena tempesta con una nave che continua ad imbarcare acqua. E con un finale della vicenda politica-giudiziaria ancora tutto da scrivere…