A cura della Redazione

Il Rapporto sulla Qualità della Vita in Italia 2021, realizzato da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunto alla 23esima edizione, fotografa un profondo divario tra le città italiane: sono principalmente i grandi centri urbani del Nord e in parte del Centro Italia a occupare i primi posti della classifica. Tutte del Sud le ultime.

Le metropoli, più penalizzate rispetto ai piccoli centri all’inizio della pandemia da coronavirus, hanno infatti dimostrato più resilienza nella ripresa rispetto alle città di piccole dimensioni.

La provincia di Parma conquista la vetta della classifica sulla qualità della vita, seguita sul podio da Trento e Bolzano.

Gli indicatori di benessere su cui si basa la ricerca sono nove: affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, istruzione-formazione e capitale umano, popolazione, reddito e ricchezza, sicurezza, sistema salute e tempo libero.

Quest'anno la maglia nera va a Crotone, preceduta da Napoli e Foggia (che era ultima lo scorso anno). A metà classifica Roma, che scivola al 54esimo posto (l'anno scorso era al 50esimo), seguita dalla prima provincia meridionale per qualità della vita, che è Matera.

Il rapporto registra quest'anno la scalata dei grandi centri urbani del Centro-Nord, con Bologna che era 27esima lo scorso anno e ora è quarta, Milano, che guadagna ben quaranta posizioni (dalla 45esima alla quinta) e Firenze, da 31esima a sesta.

"Nella fase di uscita dall'emergenza pandemica, sono le grandi aree urbane del Centro-Nord che hanno mostrato la maggiore resilienza", sottolinea il coordinatore della ricerca, Alessandro Polli, del dipartimento di Scienze sociali e economiche della Sapienza.