A cura della Redazione

The day after. Il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione rilascia le sue prime dichiarazioni all’indomani del "terremoto" giudiziario abbattutosi sull'Amministrazione comunale oplontina a seguito dell’inchiesta dalla DDA di Napoli, che ha portato all’emissione di un avviso di garanzia per 12 indagati, tra cui lo stesso primo cittadino, per ipotesi di reato, contestate a vario titolo, quali traffico di influenze illecite, corruzione e concorso in associazione mafiosa.

L’occasione è la consegna dei riconoscimenti ad associazioni e volontari nell’ambito della Giornata Mondiale del Malato, svoltasi in mattinata nell’aula consiliare di via Provinciale Schiti. Il sindaco era affiancato dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Raiola (anch’egli indagato nell’ambito dell’inchiesta) e dall’assessore alle Politiche Sociali, Luigi Cirillo.

«Ho subito una vera e propria violenza psicologica. Trovarsi agenti della DIA nella propria abitazione alle prime ore del mattino è una cosa che non auguro a nessuno. Tutto il rispetto per la Magistratura e per il suo operato, però non posso subire passivamente questa umiliazione restando zitto». Così ha esordito Ascione. Il sindaco è apparso molto combattivo e determinato, convinto di avere «il sacrosanto diritto di dire quello che penso per tutelare la mia onorabilità e dignità» pur ribadendo «di avere fiducia nell’operato della Magistratura».

Una delle accuse mosse ad Ascione è quella di essere stato “manipolato” da Salvatore Onda, un altro degli indagati, nipote di un boss del clan Gionta (quest’ultimo attualmente in carcere), e cognato della consigliera comunale Maria Oriunto (anche lei indagata). Onda, dipendente della PrimaVera, la società che gestisce il servizio di igiene urbana nella città oplontina, in sostanza sarebbe stato - per gli inquirenti - il deus ex machina dell’attività amministrativa dell’Ente, esercitando la sua influenza per affidamenti di lavori e appalti. «La mia unica colpa sarebbe quella di aver interloquito con lui, il quale, nessuno lo ha sottolineato, è un rappresentante di una forza politica (di cui è espressione la stessa Oriunto, insieme all'ex assessore Gioacchino Langella, anche lui finito nell'inchiesta, ndr) che, pur non avendomi sostenuto alle elezioni del 2017, ora fa parte della mia maggioranza - ha chiosato il sindaco -. E solo in quanto tale ho avuto rapporti con lui. Inoltre, la forza politica di cui è rappresentante non ha nessun esponente in Giunta. Quindi di cosa parliamo? Io sarei stato manipolato da questa persona? Un’ipotesi che respingo categoricamente».

Ascione non ci sta e lo ribadisce a gran voce, non senza criticare l’operato dei magistrati: «Le accuse nei miei confronti e nei riguardi degli altri componenti della mia Amministrazione, per quanto mi riguarda, si basano sul nulla. Prendo le distanze dai reati contestatimi  - ha proseguito - e sono molto critico sul modus operandi degli inquirenti. Non è accettabile che una persona perbene, quale mi ritengo di essere, venga trattata in questo modo. Quanto mi è accaduto è moralmente e socialmente intollerabile e lo griderò con tutte le mie forze.  Ribadisco di aver fiducia nell’operato della Magistratura. Tuttavia ho anche il sacrosanto diritto di dire quello che penso per tutelare la mia onorabilità e dignità».

Infine, sulle ipotesi dimissioni, invocate dallo stesso Partito Democratico, di cui Ascione è esponente, il sindaco spiega che «tutti insieme faremo le nostre valutazioni per un’eventuale decisione da prendere».

Intanto, il commissario cittadino del Partito Democratico, Paolo Persico, ha annunciato per questo pomeriggio una conferenza stampa che si terrà presso il circolo “Raffaele Di Sarno” alle ore 16.