A cura della Redazione

"È emergenza democratica. La questione criminale è questione nazionale. A quasi 150mila abitanti è sospesa la democrazia". E' quanto denunciano esponenti politici, della società civile e del mondo sindacale napoletani dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Comune di San Giuseppe Vesuviano decretato dal Consiglio dei Ministri, e che segue a distanza di pochi mesi, sempre per le stesse motivazioni, quelli di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata.

I firmatari sono Sandro Ruotolo, senatore indipendente, Gilda Sportiello, deputata 5 Stelle, Marco Sarracino, segretario metropolitano Pd Napoli, Francesco Dinacci coordinatore metropolitano di Articolo Uno, Peppe De Cristoforo, di Sinistra italiana, Don Gennaro Pagano, cappellano carcere minorile di Nisida, Maurizio de Giovanni scrittore, Nicola Ricci, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati segretari Cgil, Cisl e Uil di Napoli.

"Siamo di fronte a un'emergenza nazionale che riguarda la democrazia e il rispetto dei diritti costituzionali - scrivono -. Troppi territori dell’area metropolitana di Napoli sono terre di nessuno. Abbiamo bisogno di fronteggiare l’emergenza. Più uomini, più mezzi per combattere la camorra ma bisogna anche cominciare a intervenire sulle radici economiche e sociali da cui la camorra trae forza. Dispersione scolastica, mancanza di formazione, mancanza di lavoro. Non siamo all’anno zero ma certamente ci troviamo di fronte al rischio di assuefazione e di indifferenza che significa complicità con la camorra. Se qualche forma di resistenza c’è stata in questi anni, lo dobbiamo soprattutto a quella società civile, a quelle associazioni di volontari, del terzo settore, impegnate nei cosiddetti quartieri a rischio, ad una parte della politica che ha deciso di affrontare il problema, resistendo e combattendo nonostante le difficoltà, lo dobbiamo al Vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, che ha lanciato il patto educativo raccolto dai ministri Bianchi e Lamorgese e dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Sono queste le energie di cui Napoli ha bisogno. Ma non ci siamo ancora".

Per i sottoscrittori dell'appello, "c’è un interrogativo di fondo al quale dovremo tutti rispondere e riguarda la qualità e la formazione delle classi dirigenti. Quel se sono potente io, siete potenti anche voi, pronunciato dal candidato alle comunali di Palermo arrestato per il voto di scambio politico mafioso si traduce nella nostra realtà con gli scioglimenti dei consigli comunali. Bisogna sconfiggere cioè quell’idea della politica che promuove solo se stessa e che deve tornare ad essere al servizio della comunità. C'è un quadro economico e sociale a dir poco allarmante che minaccia da vicino la stessa coesione sociale".

Per concludere, l'invito al Governo, e più in generale ai palazzi romani della Politica, ad intervenire al più presto: "Il tempo è finito. O si riducono le diseguaglianze economiche e sociali e si riduce il divario Nord-Sud, o non ci sarà nessuna ripartenza dalla pandemia. Roma capisca la gravità della situazione - concludono - perché rischiamo di compromettere definitivamente il destino di un’intera area del Paese”.