A cura di Anna Casale

Protesta delle associazioni oplontine contro la chiusura del Museo dell’Identità decisa dalla Commissione straordinaria del comune di Torre Annunziata.

Ieri sulla facciata di Palazzo Criscuolo, sede del Museo, è stato affisso uno striscione con la scritta: “La camorra si combatte con la cultura. No alla chiusura e al dimezzamento del Museo dell’Identità”.

Come è ormai noto, i Commissari hanno deciso la chiusura del Museo principalmente per due motivi: primo, per gli alti costi della sorveglianza notturna (circa 90mila euro all’anno); secondo, perché è loro intenzione far ritornare a Palazzo Criscuolo gli organi istituzionali del Comune (Consiglio comunale e Giunta).

Contro tale decisione c’è stata la levata di scudi da parte di tutte le associazioni del territorio, che in un incontro con la Commissione hanno manifestato tutto il loro malcontento.

Attualmente al Museo sono esposti reperti archeologici delle Ville di Oplontis, ori, sculture e instrumentum domesticum provenienti dalla Villa di Poppea e dalla Villa di Crassio, quali la Nike acefala, l’Efebo con mantello, il Satiro con Ermafrodito, il fanciullo con l’oca, il cratere neoattico, una coppia di centauri, anfore e balsamari, insieme a parte dei famosi Ori di Oplontis (collane, bracciali e anelli). Inoltre una sala ospita una parte dell’armamento (fucili, pistole e sciabole d’epoca) facenti parte del Museo delle Armi presso lo Spolettificio Esercito.

La Commissione straordinaria, tuttavia, sembra intenzionata a non tornare indietro sulla decisione assunta. Lo stesso Prefetto Enrico Caterino, nella conferenza stampa indetta alla fine di agosto, fu molto chiaro in proposito: “La nostra decisione è frutto di un’attenta valutazione sotto diversi punti di vista - affermò -. Questo non significa che i reperti andranno via da Torre Annunziata, tutt’altro. Il nostro intento è quello di farli ospitare all’interno del sito archeologico di Oplonti, dove avrebbero maggiore decoro e sarebbero sicuramente più visitati”.