Grazie Stefano. Ci hai regalato il dono più bello. Ci mancava da troppo tempo. I più pessimisti pensavano che per recuperarlo occorresse solo un miracolo. Invece è bastata una serata passata in tivù ad ascoltare la tua storia, il percorso che tu, Stefano De Martino hai costruito sulle tue forze. E così, nello spazio che separa Natale da Santo Stefano, è tornato l’orgoglio torrese, il piacere di appartenere a una comunità che comunque noi nati qui abbiamo sempre considerato un po’ speciale, sicuramente anomala con i suoi eccessi, ma speciale.

Hai raccontato al mondo una splendida avventura, partita da Torre Annunziata, da una famiglia normale, di quelle che non fanno notizia, almeno fino a quando il talento non sconvolge piacevolmente la normalità e trasforma la vita di un ragazzo come tanti in una favola incantata. Perché le favole sono così, non sono passeggiate di salute, sono costellate di imprevisti e contrattempi. Fin quando non incontri la tua fata, nel tuo caso ti è capitata la migliore, Nostra Signora della televisione, Maria De Filippi che fece di un aspirante fisioterapista un artista completo, per giunta simpatico a tutti, da nord a sud. Capace di nutrire un sentimento sconosciuto ai più, la riconoscenza, e il dettaglio non è trascurabile, rende la storia ancora più credibile.

Abbiamo visto, attraverso le tue parole, via Vesuvio invasa dalle mele annurche e tu ragazzino combattere una battaglia epica. Ti abbiamo scortato mentre con quella borsa troppo grossa e troppo rosa attraversavi le vie di Torre per raggiungere l’accademia di danza mentre i tuoi coetanei frequentavano le scuole calcio. Ci ha emozionato tuo padre Enrico duettare con te, come ai papà capita solo nei sogni più esaltanti. Abbiamo sentito pronunciare il nome di Torre Annunziata tante volte, ma senza che mai fosse associato a racconti di cose brutte.

Stefano non è solo in questa marcia verso un futuro che per il bene della città deve seguire esempi come questo di Stefano, come quello del suo quasi coetaneo Ciro Immobile o come quello di Marco Guida, appena entrato nell’olimpo degli arbitri di calcio, o ancora come Irma Testa che il 28 compirà 26 anni e per ancora molto tempo prenderà elegantemente a pugni il mondo.

Hanno il piacere e la fortuna di frequentare palcoscenici super visibili, ma altri torresi vivono esistenze da primatisti, tutti con l’orgoglio di essere nati qui.

Grazie Stefano per averlo gridato sottovoce. Il regalo di Natale più utile per la nostra città

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