Vado nel pastificio di via Mazzini a Torre Annunziata per consegnare a Vincenzo Setaro il mio romanzo "Capo Oncino", e faccio un interessante incontro. Quello con Amedeo Colella, che è in compagnia di una delegazione di cittadini americani desiderosi di visitare il pastificio Setaro.
Colella è un divulgatore della cultura partenopea in tv, sui social e a teatro. Per 25 anni è stato un ricercatore senior in un centro informatico promosso dall'Università Federico II di Napoli. Poi ha deciso di cambiare vita a 55 anni, e la sua passione per lo studio della napoletanità è diventata il suo nuovo lavoro. Molto popolare, appare spesso su Facebook per raccontare le origini etimologice di parole napoletane, con molta maestria e ironia, incuriosendo tantissimi suoi fans che lo seguono, sempre interessati alle sue "pillole".
È autore anche di noti libri: "Manuale di filosofia napoletana", "Napoli due volte al dì" e "Manuale di napoletanità".
Ne approfitto per conoscerlo, e fare una foto con lui che ha in mano una copia del mio libro "Pasta, amore e fantasia. Le origini della famiglia De Laurentiis", donatagli proprio da Vincenzo Setaro.
Amedeo Colella è un personaggio straordinario, cordiale e simpatico, con il suo tipico sorriso sempre sul volto. Dopo averlo salutato, è guidato da Vincenzo Setaro, e seguito dagli Statunitensi, tra macchinari e pacchi di pasta...
Prima di andare via, mi imbatto in Oliver, figlio di Oscar Guidone, anche lui in visita al pastificio Setaro con la compagna Francesca.