Il Festival Ethnos celebra quest’anno la sua 30ª edizione con 19 concerti in 8 città vesuviane, da Napoli a San Giorgio a Cremano, passando per Ercolano, Portici, Castellammare di Stabia, Torre del Greco, Boscotrecase e Boscoreale. Tutte, tranne Torre Annunziata.

Dopo anni di partecipazioni ininterrotte (anche con la gestione Commissariale), ultimamente accolte nel suggestivo scenario di Villa del Parnaso e capaci di attirare un pubblico numeroso e variegato, la città oplontina quest’anno ha deciso di non esserci. Il motivo? Secondo quanto trapela, l’amministrazione comunale non avrebbe stanziato la somma in bilancio, avendo preferito dirottare le risorse disponibili (circa 5mila euro, il contributo richiesto per aderire ad Ethnos) verso altre iniziative. Una scelta che fa riflettere: con 5mila euro si paga appena una buona band locale per una serata, mentre Ethnos garantiva artisti di livello internazionale grazie al finanziamento di Regione Campania e Ministero della Cultura.

Il risultato è che, mentre i comuni limitrofi hanno riempito l’estate di appuntamenti culturali e musicali – da Raf e Nek a Torre del Greco, fino a spettacoli teatrali e festival a Castellammare di Stabia – a Torre Annunziata la stagione estiva è scivolata via nel silenzio. Nessun grande evento, nessuna occasione di promozione culturale. Certo, c’è stata la Festa del 5 agosto con il Vesuvio Food Fest, una riproposizione riveduta del Pasta Fest di anni fa, ma senza spettacoli di spessore, mentre a Torre del Greco, nella Festa dei Quattro Altari svoltasi a giugno, c’è stata la presenza di artisti quali The Kolors, Peppe Iodice, Andrea Sannino, Nello Daniele, Teresa De Sio e Gabriele Esposito.

Una scelta quella di non aderire al Festival Ethnos che pesa doppiamente perché interrompe una tradizione ultradecennale e priva la comunità di una delle poche opportunità gratuite di assistere a spettacoli di respiro internazionale. E che lascia la città in una condizione di apparente immobilismo, in attesa delle iniziative di settembre legate al Premio Oplonti.

L’assenza di Torre Annunziata dal Festival Ethnos – proprio nell’anno del trentennale – appare come un’occasione mancata, non solo per valorizzare il patrimonio artistico e paesaggistico cittadino, ma anche per offrire momenti di cultura e socialità gratuiti in un’estate rimasta povera di appuntamenti.

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