Non ci sono parole che possono giustificare la morte. Mai. Figurarsi quando un incidente stradale ha chiuso l’esistenza troppo breve di due ragazzi di 22 e 27 anni. Ecco perché ci sarà chi inseguirà risposte credibili per completare un racconto che altrimenti somiglierebbe solo al peggiore degli incubi possibili.
Gli elementi ci sono tutti: l’autostrada maledetta, un gruppetto di amici, l’epilogo che chiude in tragedia una giornata assolutamente irrilevante. Il dramma sopravviverà a tutto con l’incapacità di essere ricondotto a realtà comprensibile, pur in tutta la sua assurdità: le vittime sono due giovani di Torre Annunziata, una città difficile a prescindere da questo ultimo, devastante episodio.
Una mistura di elementi diventata letale che distrugge altre speranze, quelle legate al futuro di chi sulla strada ha lasciato l’ipotesi di vivere una vita normale, la soluzione più difficile qui da noi.
Il sindaco Corrado Cuccurullo ha dichiarato il lutto cittadino nel giorno dei funerali che per qualche ora zittiranno qualsiasi chiacchiera e, forse, stimoleranno qualche riflessione. E’ stata un’estate terribile, costellata da vite tragicamente chiuse con insopportabili anticipi.
Prima dell’ultimo incidente c’era stata la fine di Nunzio, lo studente 17enne che tutto il liceo piange dopo quel maledetto impatto sul lungo rettilineo che congiunge le due Torri. Ora un nuovo disgraziatissimo impatto: a rimetterci la cosa più ricca che possediamo, la nostra vita, sono stati Vincenzo e Salvatore.
Due storie, le loro, che non potranno raccontare a nessuno. Sullo sfondo uno inquietante sospetto che deve essere scandagliato fino ad arrivare alla autentica realtà: quanto la velocità, magari anche qualche frazione di secondo di distrazione hanno accelerato la corsa verso la fine?
(Nella foto, da sinistra Vincenzo, Salvatore e Nunzio)