Nessuna sentenza, archiviazione o atto amministrativo riuscirà mai a rimarginare le ferite dell’anima. Soprattutto quando si aprono all’interno di persone che hanno dedicato un’intera vita alla salute e al benessere del prossimo e alla salute e al benessere del territorio. Perché il medico di base rappresenta il primo, fondamentale step nella cronologia dei check up di tutti noi. Se poi il professionista della salute, attraverso il valore aggiunto del suo spassionato impegno politico, si batte e si prodiga anche per rendere migliore il territorio, allora mettere in discussione la sua onestà intellettuale, anche solo con ipotesi inverosimili e bizzarre, il cuore lo squarcia davvero.

Giuseppe Raiola, il dottor Giuseppe Raiola, dunque non c’entrava niente con le vicende giudiziarie che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale di Torre Annunziata nel 2022.

L’11 febbraio 2022, infatti, nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, vennero sequestrati numerosi incartamenti e altro materiale attraverso diverse perquisizioni, svolte tra la sede dell’ente comunale, le abitazioni e gli uffici privati delle persone interessate. Tra gli indagati figurava anche Giuseppe Raiola che allora ricopriva la carica di Presidente del Consiglio Comunale di Torre Annunziata. I presunti reati contestati erano traffico di influenze, corruzione e, in alcuni casi, associazione mafiosa.

A distanza di oltre tre anni, il magistrato incaricato del procedimento ha stabilito di archiviare l’indagine aperta nei confronti di Raiola ritenendolo totalmente estraneo alla vicenda che aveva portato all’inchiesta.

Sappiamo tutti che un “semplice” avviso di garanzia, emesso a tutela dei diritti dell’indagato, nell’accezione distorta e comune del concetto, spesso si trasforma in un provvedimento di condanna definitiva da parte dell’opinione pubblica prima ancora della sentenza di un giudice. E, in questo caso, prima ancora di un rinvio a giudizio. Una mistificazione della realtà che ha colpito puntualmente anche il dottor Giuseppe Raiola. Un aspetto che ha lacerato sensibilmente l’io di un uomo disponibile, concreto, attivo, appassionato promotore della città e delle sue immense potenzialità.

Giuseppe De Luca, avvocato difensore del dottore Raiola, spiega il lungo iter giudiziario che ha portato all’archiviazione: «Attendevamo questa notizia da tempo con la dovuta attenzione, la necessaria fiducia nelle istituzioni e con la convinzione che la giustizia facesse il suo corso. Alla fine abbiamo avuto ragione. Non c’è stato un solo attimo, durante l’intero periodo di svolgimento delle laboriose indagini, in cui è emerso il timore di essere rinviati a giudizio anche e soprattutto perché le imputazioni ipotizzate dalla Pubblica Accusa non potevano trovare riscontro alcuno».

De Luca prosegue: «Il Gip giunge al Decreto di archiviazione evidenziando la totale assenza di elementi concretamente idonei a fondare una imputazione non ritenendo, dunque, sussistente alcuna responsabilità penale in ordine ai fatti oggetto di valutazione. Dispiace solo che il mio assistito ha dovuto attendere oltremodo la risoluzione definitiva del procedimento penale che, giova precisarlo, non avrebbe dovuto riguardare il dottore Raiola. Anche se troppo lentamente possiamo ritenere che giustizia è stata fatta».

«Per più di tre anni non ho vissuto – aggiunge Giuseppe Raiola – e posso serenamente affermare che dalla mattina dell’11 febbraio 2022 la mia vita e quella della mia famiglia ha subito un cambiamento drastico. Per quanto potessi avere fiducia nelle istituzioni e nella giustizia, il tempo trascorso nel silenzio assordante degli inquirenti lacerava sempre più la mia ferita».

L’ex presidente del Consiglio Comunale conclude: «Grazie alla mia famiglia e ai miei avvocati Giuseppe De Luca e Luciano Bonzani, sono riuscito ad andare avanti anche perché tutti erano a conoscenza della mia totale estraneità dai fatti gravissimi contestati. Ho sempre amato il mio lavoro, ancor di più la mia città e la passione per la politica. Chiudo condividendo le parole del mio avvocato Giuseppe De Luca: anche se troppo lentamente giustizia è stata fatta».

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