Qualche giorno fa, il 4 novembre, è scomparso a 94 anni Giorgio Forattini, il più famoso vignettista italiano. Molti di noi, soprattutto i più anziani, aspettavano con curiosità le sue vignette. Iniziò nel 1971 su Paese Sera, poi su Panorama, la Repubblica, La Stampa, Il Giornale.
Perché abbiamo voluto ricordarlo? Non solo per la sua eccezionale bravura, ma anche perché a Torre Annunziata c'è un nostro concittadino che, nel suo piccolo, cerca di emularlo. Si chiama Giuseppe Corcione e già 45 anni fa pubblicava le sue vignette su "La Voce della Provincia". Giocatori del Savoia, terremoto del 1980 e personaggi politici erano i suoi soggetti preferiti. Una collaborazione durata per circa un quindicennio, per poi approdare nel 1994 nel neonato "lo Strillone" di Antonio Gagliardi e Filippo Germano, dove le sue vignette avevano a volte persino la copertina o pagine intere.
Infine anche su "Torresette" dal 2003, sia sul cartaceo che nell'attuale versione on line. Ha partecipato qualche anno fa alla Biennale Internazionale di Arte Figurativa a Palermo e ha ricevuto una menzione d'onore alla seconda edizione del concorso per artisti "Filippo Pugliese" di Bari, per una sua pubblicazione nella rivista Antologia Creativa.
Dipendente dello Spolettificio Esercito di Torre Annunziata dal 1983, Corcione era impiegato nel. reparto di stampaggio metalli e nella tipografia. Nel 2005 è transitato nell'Arma dei Carabinieri a Salerno.
Dieci anni dopo è stato trasferito a Torre Annunziata nel Comando Gruppo Carabinieri di piazza Enrico De Nicola e nel 2020 è andato in pensione. Fin da piccolo, dall'età di 4 anni, si diletta anche a dipingere quadri, una passione che ora sta trasmettendo al nipotino.
Ma è anche ritornato a fare vignette e ce ne ha regalata una di grande attualità. Ha rappresentato ironicamente il neosindaco di New York Zohran Mamdani nelle vesti di Zorro (tre lettere del suo nome contenute anche in quelle di Zorro) e il presidente statunitense Donald Trump in quella del suo rivale, il sergente Garcia. Subito dopo avergli disegnato con la spada una zeta sul viso, nel segno di Zorro, come nell' omonimo film faceva l'eroe mascherato, per evidenziare la cocente sconfitta di Trump che nelle elezioni municipali di New York aveva auspicato la sconfitta di Zohran.
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