A cura della Redazione
Oltre mille reperti archeologici, di cui 400 di inestimabile valore, e 22 dipinti con false attribuzioni di autorevoli maestri dell´Impressionismo, come Degas e Monet, sono stati recuperati dal nucleo di polizia tributaria di Roma della guardia di finanza al termine dell´operazione ´Ulisse´. Tra i reperti ritrovati dalle fiamme gialle, nel corso dell´indagine che è durata circa tre anni, anche l´affresco pompeiano, strappato negli anni Settanta, secondo quanto accertato finora dagli investigatori, da una domus di Oplontis, l´attuale Torre Annunziata, uno dei centri più colpiti dalla storica eruzione. Si tratta di una decorazione parietale con templi, giardini, fontane, un´agorà ed una residenza cintata, riconducibile probabilmente ad uno degli ambienti della Villa di Poppea Sabina, moglie di Nerone, ed ascrivibile al I secolo dopo Cristo. Sono 31 le persone denunciate nell´ambito dell´operazione Ulisse che ha ricostruito il percorso delle opere recuperate dai finanzieri anche attraverso rogatorie che hanno interessato la Svizzera e la Francia.
L´operazione della guardia di finanza é partita da un´attività investigativa su scavi clandestini fatti nel Lazio e Toscana (nell´area dell´Etruria) e in Sardegna. Il percorso investigativo, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede del Nucleo polizia Tributaria, ha portato prima fino a Milano da dove l´indagine si è ulteriormente estesa fino al porto franco in Svizzera e a Parigi, dove è stata individuata, nel cuore del città, un´elegante abitazione dove era arrivato l´affresco pompeiano. I quadri falsi (con le firme che vanno da Fontana a de Chirico a Schifano) sono stati recuperati in un´abitazione della ´Milano bene´ ed erano state creati, secondo quanto accertato dagli investigatori, per fornire garanzie ed accedere a linee di credito privilegiato presso ignari istituti di credito. Le opere avevano tutte expertise di persone del settore. Sono 87 i capolavori più importanti che ormai si credeva fossero perduti e che ora saranno restituiti alla fruizione pubblica, tra cui un mosaico a tessere policrome di un giovane liberto. Tra le opere recuperate figurano capolavori dell´archeologia etrusca, gnathia e magno-greca. Secondo le fiamme gialle, che hanno lavorato in collaborazione con le polizie elvetica e francese, si aggirano intorno ai 3 milioni i proventi derivanti dall´illecito traffico. L´indagine è stata portata avanti sotto la direzione della procura della Repubblica capitolina col sostituto procuratore Paolo Giorgio Ferri presente stamani alla conferenza insieme col procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Presenti anche il comandante del Nucleo polizia tributaria della guardia di finanza di Roma che ha spiegato l´operazione con il capitano Massimo Rossi del Gruppo patrimonio archeologico delle fiamme gialle. Hanno, inoltre partecipato, il soprintendente dei Beni archeologici di Pompei Giovanni Guzzo e la storica dell´Arte della Galleria nazionale d´Arte moderna di Roma Mariastella Margozzi.
(ANSA)