A cura della Redazione
Un sofisticato sistema elettronico è stato trovato nel corso di una perquisizione della polizia di stato di Pompei. Il marchingegno era una furbesca trovata al servizio della detenzione a Torre Annunziata per lo spaccio della droga nella città di Pompei. La singolare trovata, a metà strada tra l’inventiva e la perizia artigianale, era utilizzata abitualmente da una donna, Michelina Anastasio, 51 anni, di Torre Annunziata, residente in località Croce di Pasella. Serviva per nascondere la droga alle possibili retate della polizia. La malvivente è stata arrestata dagli agenti del Commissariato di via Sacra a Pompei. L’operazione è scattata dopo un lungo periodo di appostamento degli investigatori, che avevano "osservato" la donna per il suo continuo andirivieni da ben precisi indirizzi di Pompei, dove evidentemente veniva effettuata la consegna periodica della polvere bianca. Il tutto perché la malvivente, abitando proprio al confine tra le due città, faceva le consegne a casa, vale a dire che riceveva gli ordini sul cellulare e portava fino alla casa dei clienti la cocaina, senza avere bisogno di smerciarla in strada. Alla donna finita in manette sono stati contestati i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I poliziotti, nell’ambito di un’attività legata allo spaccio di droga nell’area di Pompei, dopo l’irruzione nel suo appartamento, hanno effettuato una perquisizione a tappeto per trovare dove la spacciatrice nascondesse la sua mercanzia. Solo dopo un’attenta perlustrazione hanno scoperto una botola dietro al radiatore di un termosifone. Dopo averlo smontato hanno accertato che tale apertura era chiusa da una serratura elettrica azionabile premendo prima un interruttore della luce posto all’ingresso della camera da letto. Contestualmente si doveva inserire nell’apposita presa la spina elettrica situata dietro la spalliera del letto matrimoniale. All’interno del nascondiglio la Polizia di Stato ha rinvenuto e sequestrato 34 grammi di cocaina, un bilancino di precisione e delle buste di plastica per confezionamento delle dosi da destinare al dettaglio. Si trattava di una professionista dello spaccio di stupefacenti, quindi, non un semplice corriere. La donna da lungo tempo era nel mirino delle forze dell’ordine, che non si sono lasciate scappare l’occasione di beccarla, al momento opportuno, in flagranza di reato. La donna prima è stata identificata, successivamente le sono stati contestati i reati. Alla fine è stata accompagnata in manette al carcere di Pozzuoli, mentre proseguono le indagini per identificare per conto di quale organizzazione malavitosa detenesse la droga. Evidentemente la stessa organizzazione che ha costruito il congegno per il meccanismo di apertura della botola dove stavano nascosti gli stupefacenti e tutto l’armamentario per la preparazione delle dosi. MARIO CARDONE