A cura della Redazione

Si trovava in un bar nei pressi del Santuario di Pompei. Ed è lì che gli agenti del Commissariato di Torre Annunziata hanno arrestato Aldo Agretti. L'uomo, 44 anni, era latitante da circa un anno. Esponente di spicco del clan Gionta, figlio di Carmela Gionta, sorella del super boss Valentino, era soprannominato "Alduccio 'o macellaio".

Agretti è stato catturato in esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli poiché condannato alla pena definitiva di 8 anni, 7 mesi e 27 giorni di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il 44enne inoltre era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli, poiché indagato per aver contravvenuto alle disposizioni sulla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza cui era stato sottoposto dallo stesso Tribunale.

Aveva beneficiato nel 2013, così come tanti altri suoi compartecipi allo stesso gruppo malavitoso, di una scarcerazione per motivi legati alla scadenza dei termini di custodia cautelare in carcere, verificatasi nell’ambito del procedimento penale iscritto a seguito della vasta operazione di polizia giudiziaria denominata “Alta Marea", condotta dal Commissariato di Torre Annunziata e dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, che aveva portato alla carcerazione di appartenenti a vario titolo al sodalizio criminale dei "Valentini", tutti responsabili, a vario titolo, di reati associativi in materia di stupefacenti.

All’atto della scarcerazione, Agretti era stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Torre Annunziata, ai sensi della normativa antimafia, per la durata di 3 anni e 6 mesi, che aveva immediatamente violato anche in considerazione del rigetto del ricorso per Cassazione che aveva portato alla emissione del provvedimento definitivo di condanna alla pena di 8 anni, 7 mesi  e 27 giorni di reclusione.

Nonostante le ininterrotte ricerche subito avviate dai poliziotti di Torre Annunziata, il 44enne era riuscito varie volte a sfuggire alla cattura e mantenere il suo stato di latitanza per circa un anno, proprio in virtù di un sistema di aiuti che era riuscito a crearsi nel tempo, attesa la sua fama di personaggio incontrollabile e particolarmente pericoloso al punto da dare vita a fitti ed impenetrabili muri di connivenze.

Nella serata di ieri, 20 gennaio, però, insistendo in questa ricerca, gli agenti del Commissariato oplontino, diretti dal dirigente Vincenzo Gioia e dalla vice Elvira Arlì, sono riusciti ad individuarlo nei pressi del Santuario della Beata Vergine di Pompei, mentre si intratteneva all’interno di un bar.

Posizionatisi all’esterno, evitando di effettuare una incursione nei locali del bar e mettere in pericolo l’incolumità degli avventori presenti, gli agenti, accortisi di un tentativo di sfuggire alla cattura utilizzando una porta secondaria di accesso al bar, lo hanno bloccato mentre varcava la soglia di questa seconda uscita. Aldo Agretti è stato arrestato e dopo condotto al Centro Penitenziario di Napoli-Secondigliano.