A cura della Redazione

«Eravamo all’esterno del locale e abbiamo visto De Stefano uscire con una cartellina. All’interno erano custoditi gli atti del matrimonio che sono stati compilati in quella sede, poi l’abbiamo sequestrato alcuni giorni dopo a Palazzo Criscuolo (l'allora sede del Comune oplontino, ndr), ancora all’interno della cartellina. Abbiamo riconosciuto il consigliere anche grazie ad un orologio». 

Ieri, dinanzi ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Federica De Maio) è toccato a due investigatori ricostruire l’intera indagine partita nel 2012.

Entra così nel vivo il processo all’ex consigliere comunale di Torre Annunziata, Raffaele De Stefano. Secondo l’accusa, De Stefano - indagato per falso ideologico in atto pubblico - avrebbe celebrato, in qualità di pubblico ufficiale, il rito civile tra gli sposi ben lontano dalle mura di Palazzo Criscuoloin un ristorante all’aperto a Torre del Greco. Il "falso", dunque, è proprio in quel «celebrato in Torre Annunziata» riportato sugli atti ufficiali. Ed un’eventuale condanna dell'ex consigliere comunale rischierebbe addirittura di rendere nulle quelle nozze. 

E' questa solo una prima fase del dibattimento. Sarà compito della difesa dimostrare l'estraneità ai fatti contestati all'ex consigliere De Stefano.

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