A cura della Redazione

Una condanna lieve ed un'assoluzione piena, ma soprattutto una verità giudiziaria: in tre sono indagati per falsa testimonianza. 

La produzione di Gomorra - La Serie pagò il pizzo ad una famiglia di camorra di Torre Annunziata per girare “senza problemi” nel 2013 alcune scene della fortunata serie tv nella vera villa del boss Francesco Gallo, al Penniniello, divenuta nella fiction la residenza della famiglia Savastano. A questa conclusione è arrivato il giudice monocratico di Torre Annunziata, Gabriella Ambrosino, condannando a 6 mesi di reclusione per favoreggiamento personale, pena sospesa, il location manager Gennaro Aquino, colui che indicò quell'abitazione privata alla casa cinematografica Cattleya come possibile set per girare le scene principali della prima serie della fiction.

È stato assolto, invece, il responsabile di produzione Gianluca Arcopinto, accusato in concorso con Aquino di favoreggiamento personale. Per lui il fatto non sussiste, nonostante il pm Maria Benincasa avesse chiesto la condanna a un anno e mezzo. Ma c'è di più. Questo processo potrebbe avere ulteriori conseguenze proprio per i produttori della fortunata fiction realizzata insieme a Sky, arrivata alla terza serie e diffusa in tutto il mondo.

Su richiesta dell'accusa, infatti, il giudice ha disposto l’invio in Procura degli atti delle testimonianze rese durante il processo da Maurizio Tini, Riccardo Tozzi e Giovanni Stabilini, che sono state contraddittorie e potrebbero anche essere state “false”. Sì, perché tutti hanno negato di sapere che quella fosse una vera casa di un camorrista e, soprattutto, che uno dei loro dipendenti stava pagando il pizzo ai proprietari per evitare problemi alle riprese. L'inchiesta, infatti, è quella legata al pagamento del pizzo per girare nella villa del clan che nel frattempo era stata sequestrata dal gip e affidata a un amministratore giudiziario.

Durante l'ultima udienza del processo, è arrivata l'inaspettata confessione di Aquino, che ha raccontato come ha pagato il pizzo “con soldi della produzione, arrivati nelle mie mani da uno dei manager direttamente in una busta chiusa”. Come da confessione, anche per il tribunale Gennaro Aquino è la persona che per conto della produzione ha materialmente consegnato la busta con 5mila euro alla famiglia Gallo per permettere la registrazione delle scene. A confessare come si sarebbero svolti i fatti, e a chiamare in causa i vertici della Cattleya, è stato lo stesso Aquino, che ha anche aggiunto di aver “prelevato mille euro dal mio conto corrente per saldare l'intera cifra. E quei soldi mi sono stati restituiti regolarmente dalla produzione”.

I soldi furono consegnanti nelle mani di Raffaele Gallo, zì filuccio, padre del boss Francesco 'o pisiello che aveva incaricato la madre Annunziata De Simone direttamente durante un colloquio in carcere. Per questo episodio, i tre membri della famiglia Gallo sono stati condannati in via definitiva per estorsione aggravata e hanno quasi del tutto scontato la pena.

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