A cura della Redazione

Omicidio Scarpa: condannato all'ergastolo anche Luigi Maresca, alias 'o trippone, storico ras dei Gionta ed unico imputato nel processo con rito ordinario che si è chiuso ieri nell'aula bunker del tribunale di Napoli.

 “Guidò la moto usata per l'agguato ai danni di Natale Scarpa”.  Secondo la ricostruzione fatta in aula dal pm della Dda partenopea, Claudio Siragusa, tesi poi sposata anche dai giudici della Corte d'Assise di Napoli, Luigi 'o trippone fu tra gli esecutori materiali dell'agguato ordito per vendetta contro Natale Scarpa, 73 anni, al secolo zì Natalino, padre del rivale ras dei Gallo-Cavalieri, Vincenzo “caramella”. A sparare fu Vincenzo Amoruso, noto come 'a vicchiarella, successivamente morto in carcere al 41-bis. Zì Natalino - secondo gli investigatori - venne crivellato con 14 colpi calibro 9x21 lugher, esplosi il 14 agosto 2006, sotto un sole cocente, all'esterno dello stadio "Giraud" di Torre Annunziata.

La sentenza per il solo Maresca è slittata di circa un anno, rispetto alla requisitoria chiusa a maggio del 2017. Secondo l'accusa, durante una faida di camorra in pieno svolgimento, il movente del delitto fu un semplice pretesto. A Carnevale, anno 2006, il figlio di Aldo Gionta, Valentino junior, all'epoca 14enne, lanciò un uovo marcio addosso a Natale Scarpa. Il "colonnello" dei Gallo-Cavalieri reagì allora colpendolo con uno schiaffo. La sua risposta, a Palazzo Fienga, venne vista come un affronto da lavare via col sangue. Da qui, poi, la spedizione di morte, una vendetta servita fredda, sotto il caldo sole d'estate.

Per il delitto, ma con rito abbreviato, sono già stati condannati all'ergastolo Giuseppe Coppola, che secondo la Dda diede la "battuta" al killer, mentre a 8 anni ciascuno i due pentiti del clan dei Valentini: Vincenzo Saurro, alias "sciabolone", e Aniello Nasto "quarto piano". Il boss-poeta Aldo Gionta, inizialmente individuato come mandante, nel febbraio 2016 invece fu assolto in primo grado. A tirare in ballo "Aldulk il ribelle" furono i racconti fatti agli investigatori dai pentiti. Tra questi, oltre a Nasto, anche Michele Palumbo "munnezza", Carmine Martusciello, un tempo esponente di camorra dei Quartieri Spagnoli, e Vincenzo Raimo, alias 'o castellone di Ercolano.

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