Due periti tornano liberi, altri due ottengono il beneficio dei domiciliari. Per il resto, il gip del tribunale di Nocera Inferiore conferma l'ordinanza di custodia cautelare per le altre 19 persone, tra cui 3 giudici di pace di Torre Annunziata, accusati di corruzione in atti giudiziari e altri reati.
Il provvedimento è arrivato nella serata di ieri ed è stato eseguito dagli stessi finanzieri del gruppo di Torre Annunziata che, agli ordini del colonnello Agostino Tortora, hanno condotto le indagini, partite dalla Procura oplontina e inizialmente trasferite a Roma per competenza territoriale, visto il coinvolgimento di tre magistrati onorari. Il Tribunale del Riesame romano, però, ha rivalutato la questione della competenza territoriale, trasmettendo gli atti a Nocera Inferiore poiché ha ritenuto più gravi i reati legati all'incasso delle somme di denaro per la corruzione, avvenuti nella studio di Scafati dove il giudice di pace Antonio Iannello ospitava avvocati, consulenti e periti da quali si faceva consegnare le mazzette.
Le riprese video all'interno del suo studio hanno confermato il già allarmante quadro investigativo, con periti e consulenti costretti a versare una quota per le nomine da parte del giudice Antonio Iannello, così come gli avvocati invitati a consegnare una parte dei risarcimenti danni per i falsi incidenti organizzati.
Da ieri sera, dunque, sono tornati in libertà i periti Marco Vollono (avvocato Gennaro Somma di Castellammare) e Dario Luzzetti (di Torre del Greco), mentra dal carcere vanno ai domiciliari Enrico Tramontano Guerritore (avvocato Vincenzo Propenso) e Francesco Afeltra. Tutto ciò, grazie ad una nuova valutazione delle accuse da parte del pm e del gip di Nocera Inferiore, lì dove sono stati trasmessi gli atti, su richiesta degli avvocati Francesco Schettino e Antonio de Martino, che avevano sollevato al Riesame di Roma l'incompetenza per territorio degli uffici giudiziari romani.
Restano in carcere e ai domiciliari, come disposto inizialmente dal gip di Roma, gli altri 19 indagati finiti in manette la mattina del 27 settembre scorso. Tra questi, Antonio Iannello e l'altro giudice di pace Raffaele Ranieri, entrambi finiti in carcere, mentre resta ai domiciliari Paolo Formicola, altro magistrato onorario finito in manette nell'ambito della maxi inchiesta.