A cura della Redazione

Non c'è l'aggravante mafiosa, quindi il reato è prescritto. Niente truffa ai danni dell'Inps per Giuseppe Gallo, alias Peppe 'o pazzo, il 42enne ritenuto capoclan dei Gallo-Limelli-Vangone di Boscotrecase e da anni detenuto al 41 bis perché pericoloso.

Ieri mattina, per lui, è arrivata l'assoluzione perché è scattata la prescrizione. Gallo, difeso dall'avvocato Ferdinando Striano, era a processo dinanzi al tribunale di Torre Annunziata perché accusato di aver truffato l'Inps simulando una schizofrenia che gli era valsa l'invalidità, la pensione e il soprannome, grazie anche alla complicità di alcuni medici, secondo l'Antimafia. Un mese fa, per lo stesso motivo, era arrivata l'assoluzione anche per il medico Adolfo Ferraro, psichiatra che aveva in cura Gallo da anni e gli aveva certificato la patologia.

A settembre scorso, i giudici del tribunale di Torre Annunziata avevano ordinato una nuova perizia psichiatrica. Un colpo di scena, seguito alla produzione di una sentenza del tribunale di Parma dello scorso febbario, che aveva spinto i giudici (presidente di collegio Maria Laura Ciollaro) a rinviare la requisitoria del pm Sergio Ferrigno, in attesa di stabilire se fosse necessaria una nuova, ulteriore, perizia psichiatrica sul boss finto pazzo. Gallo, infatti, aveva danneggiato il carcere di Parma dove è detenuto, ma era stato assolto perché ritenuto non in grado di intendere e di volere. La nuova perizia, però, ha certificato nuovamente la capacità processuale del boss finto pazzo, dunque il pm aveva avanzato la richiesta di condanna a 4 anni di reclusione per truffa aggravata dal metodo mafioso. Caduta l'aggravante secondo i giudici, Gallo ha beneficiato della prescrizione.

Secondo l'accusa, simulando una grave sindrome schizofrenica, Giuseppe Gallo avrebbe così incassato dal 2004 al 2009 un assegno di invalidità totale da 747 euro al mese. Se ne avesse veramente diritto, sarà sancito dalle motivazioni della sentenza tra 90 giorni. Intanto, dopo varie condanne, la sua schizofrenia continua a mettere in dubbio tutte le sentenze, con la possibilità che possa tornare in libertà, nonostante sia considerato un pericoloso boss di camorra.