A cura della Redazione

“In quel palazzo il crollo era annunciato, ma nessuno ha preso provvedimenti per salvare le persone e l’edificio”.

Nicola Augenti e Andrea Prota hanno firmato la perizia sulle cause del crollo del palazzo di Rampa Nunziante a Torre Annunziata, che provocò la morte di otto persone, di cui due bambini. La causa del crollo  i lavori al secondo piano!

“Il cedimento – ha spiegato Augenti, rispondendo alle domande del giudice Francesco Todisco e della Pm Andreana Ambrosinoè dovuto allo schiacciamento dei maschi murari sul lato ferrovia. Dopo l’abbattimento di alcuni tramezzi divisori, il peso di una trave in cemento armato era stato sovraccaricato su uno dei muri perimetrali dell’appartamento del secondo piano. Inoltre, per creare l’”open space”, erano stati rimossi muretti divisori che normalmente non fanno da sostegno, ma in palazzi in muratura di una certa età, come quello di Rampa Nunziante, risultano particolarmente importanti per la stabilità dei solai”.

Secondo i super periti, il crollo non è avvenuto in pochi istanti ma ci sono stati evidenti segnali, soprattutto il giorno prima.

“Le fessure dei maschi murari – continua – erano già visibili il giorno prima durante una riunione di condominio. Ma gli accorgimenti presi, quattro puntelli in metallo, non potevano sorreggere il peso di un intero edificio. A quel punto l’unica cosa da fare era un sopralluogo da parte dei vigili del fuoco, che sicuramente avrebbero fatto sgomberare il palazzo. Sarebbero serviti interventi importanti di consolidamento della struttura, non certamente pilastrini di mattoni o fasciature dei maschi così come avevano suggerito i consulenti”.

 Il riferimento è agli architetti incaricati di seguire i lavori. Lavori che vennero affidati a mastro Pasquale Cosenza, che la mattina del crollo avrebbe dovuto creare dei pilastrini di mattoni, un intervento che sarebbe servito a ben poco. Infatti secondo Augenti e Prota “c’è stata ignoranza nella conoscenza dello stato dei luoghi, imperizia negli interventi effettuati, incompetenza per non essersi affidati ad un tecnico qualificato, con lavori improvvisati eseguiti senza riconoscere i segnali dell’imminente crollo”.

Un quadro accusatorio ben preciso che mette un punto fermo sulle cause della tragedia del 7 luglio 2017.